Monti: il mio è un esecutivo politico

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PARIGI — «Non è me che dovete premiare, ma gli italiani». Al termine del breve tour europeo che ha visto, lunedì a Bruxelles, l’approvazione del Trattato sui bilanci, il presidente dei Consiglio Mario Monti è passato ieri da Parigi per ricevere il premio di «europeo dell’anno». Appena salito sul palco del Salone delle feste dell’Assemblea nazionale, il premier ha risposto al giornalista del Figaro che aveva appena parlato delle motivazioni del premio definendo Monti «italiano atipico» e aggiungendo «oggi si pretende dall’Italia che sia austera e rigorista per tornare un giorno leggera e luminosa, e Mario Monti è l’uomo che le serve». Il premier ha ricordato scherzando di essere stato a lungo chiamato «l’economista più tedesco d’Europa», ma ha preferito oltrepassare subito gli stereotipi nazionali per ringraziare i suoi concittadini.
«Credo davvero che tutto il popolo italiano debba esser il destinatario di questo premio. Perché non è comune che l’opinione pubblica accetti di sopportare sacrifici molto considerevoli in tempi così ristretti». Monti ha poi ricordato di non avere mai usato l’Europa come un alibi per imporre misure impopolari. «Non dico mai agli italiani che i nostri sacrifici sono chiesti dall’Europa, sono sforzi che avremmo dovuto fare comunque. A Bruxelles abbiamo trovato un accordo definitivo sul rigore budgetario, ora dobbiamo dedicarci alla crescita, soprattutto per i giovani». 
Monti, che ha ricevuto il premio Trombinoscope (equivalente francese di annuario) dopo Nicolas Sarkozy (2008), Herman Van Rompuy (2009) e Jean-Claude Trichet (2010), ha proseguito con una precisazione sul carattere tecnico del suo governo. «Non ho mai amato l’espressione “governo degli esperti”, o “governo dei tecnici”. Ho cercato di costituire un governo politico, chiedendo ai partiti che lo sostengono in Parlamento di fornire un loro rappresentante. Non è stato possibile, ma è comunque un governo politico. È una situazione inedita lavorare con un Parlamento così diviso ma in grado comunque di collaborare e di fornire il sostegno necessario». 
Infine, un accenno al futuro dell’esecutivo: «La mia ambizione profonda è che quando questo governo si ritirerà , in occasione delle elezioni della primavera 2013, i partiti saranno capaci di tornare ad avere tra loro un rapporto più sereno e più umano». 
Prima di arrivare a Parigi, il premier italiano aveva incontrato a pranzo cinque commissari europei che hanno approfittato della sua presenza a Bruxelles per discutere di Fisco (Algirdas Semeta), mercato unico (Michel Barnier), affari economici e monetari (Olli Rehn), concorrenza (Joaquin Almunia) e industria (Antonio Tajani). Nel pomeriggio, in occasione dei tradizionali auguri alla stampa, il presidente Nicolas Sarkozy ha detto di «lavorare benissimo con Mario», sottolineando la grande collaborazione a tre tra Francia, Germania e Italia, «la terza economia del continente». Il clima di relativo ottimismo è stato confermato in serata dalle dichiarazioni del ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos: «Siamo a un passo dal finalizzare l’accordo sul debito con i creditori privati». A tarda sera Monti è tornato a Roma. La missione europea può dirsi un successo: «L’Italia sta diventando parte della soluzione — ha detto il premier —, e non solo del problema».


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