L’alternativa possibile

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NAPOLI – Si commuove Antonio Di Luca, l’operaio di Pomigliano invitato sul palco del teatro Politeama dove si chiude il Forum dei beni comuni. Scendono le lacrime e si interrompe la voce mentre racconta di quando portato in infermeria alla fabbrica Gianbattista Vico dopo un infortunio, lo hanno preso in giro dicendogli che «non è salutare avere la tessera della Fiom». L’applauso della sala è forte e prolungato perché quelle parole descrivono la battaglia del sindacato dei metalmeccanici Cgil cacciato dalle fabbriche Fiat, ma soprattutto degli operai che non sono stati richiamati al lavoro solo perché della Fiom. Si alza in piedi Luigi De Magistris gli stringe la mano, lo abbraccia. In piedi battono le mani Massimo Zedda, primo cittadino di Cagliari, quello di Bari Michele Emiliano e il governatore Nichi Vendola. 
Finale pieno di emozioni per la giornata dei benecomunisti. In serata si confrontano gli amministratori delle regioni del Mezzogiono, quelli del centronord non hanno partecipato. Qualcuno in sala dice che sono quelli del Pd. Ma Giuliano Pisapia, che pure ha animato la primavera arancione milanese, si è scusato perché, fa sapere, è rimasto impegnato fino a tardi all’inaugurazione dell’anno giudiziario perdendo l’aereo. Allo stesso modo si è giustificato anche Giorgio Orsoni, il primo cittadino di Venezia. Mentre se nessun segnale è arrivato dal sindaco di Bologna Virginio Merola, Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma, bloccato per l’emergenza rifiuti, ha inviato un messaggio letto da De Magistris sul palco. Per tutta la giornata i democratici si sono visti poco ai tavoli tematici, mentre è stata fitta la presenza dei dirigenti di Sel, dell’Idv e del Prc che aveva tra gli auditori anche il segretario Paolo Ferrero. 
«Quest’anno anche se 80 persone sono andate in pensione – spiega Zedda – per legge sono costretto a rivolgermi a società  interinali per i nuovi assunti, agenzie che sono la legalizzazione di clientele e precarietà . Sono costretto dalle leggi nazionale a privatizzare i trasporti pubblici ed è come vendere i gioielli di famiglia. Io voglio dire al paese che c’è bisogno di un’inversione di marcia per salvarci perché nessuno basta a se stesso. Solo insieme possiamo superare la crisi». Ma è Vendola a mettersi in linea con l’entusiasmante giornata appena trascorsa, che rappresenta «un seme buono pronto a germogliare e dare speranza». Per il governatore della Puglia la speranza è infatti nell’osmosi tra politica e movimenti: «Non abbiamo bisogno di tecnici – dice – perché la politica è tecnicamente ignorante». Mentre sulle future elezioni sottolinea che il 2013 sarà  un anno di cambiamenti, e a un cittadino che gli urla di riunire la sinistra risponde: «Siamo qui per questo».
Più esplicito Emiliano che si scaglia contro le liberalizzazioni di Monti e bacchetta il Pd: «I compagni del mio partito che si definiscono progressisti si illudono di poter negoziare un minimo di speranza in più nei loro territori, ma senza mai potersi agganciare all’Europa. Invece la Napoli di De Magistris è proprio la prova che si può fare un’altra politica: chi poteva immaginare che avrebbe ripulito la città ?». Poi l’esortazione ai sindaci affinché si cammini insieme: «Dobbiamo deliberare leggi e statuti comunali per la partecipazione attiva». 
Arriva il momento di De Magistris, che ha organizzato queste 12 ore no stop per i beni comuni ed è un fiume in piena. Esprime la piena solidarietà  alla Val di Susa: «I no Tav, no dal Molin, il movimento di Chiaiano, quelli che sono scesi in piazza in Calabria e Sicilia contro il Ponte sullo Stretto sono i protagonisti delle nostre politiche. Chi vuole fermare con la carta da bollo i movimenti, questa ondata rivoluzionaria, non vincerà ». In sala è uno scroscio di applausi, ma De Magistris va diritto al punto, mettendo in discussione la foto di Vasto: «Il dissenso non si criminalizza, ci serve a migliorare e andare avanti. Dire che c’è un’energia fuori dai partiti non significa delegittimarli ma ammettere che non sono più in grado di percepire determinate istanze. Bisogna andare oltre il linguaggio stereotipato che schematizza sinistra, centro e destra. Non si può fare un’operazione matematica, Pd più Sel più Idv. I movimenti di cambiamento non possono essere repressi: solo se riusciamo a comprendere testa e cuore degli italiani possiamo vincere, questo significa andare molto oltre gli schemi dei partiti». E dopo il colpo all’alleanza, De Magistris annuncia per quest’estate il Festival dei beni comuni alla Mostra d’Oltremare. Un progetto politico oltre il Forum.


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