Ma con i successi di Roma e Madrid si allontana il timore sulla fine dell’euro

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La campagna di rassicurazione lanciata dai leader dell’eurozona sta funzionando. In pochi giorni il concreto timore di esplosione dell’euro si è trasformato in un “cauto ottimismo”. Questo cambiamento repentino di atmosfera, confermato dalla riduzione degli spread non è però frutto solo di una incisiva azione di marketing. Il primo fattore della svolta è la sensazione che sia in corso un’accelerazione dei processi decisionali, e che tra oggi e martedì su molti dei punti chiave sui quali l’Europa dibatte da mesi sarà  fatta una qualche maggiore chiarezza. Sensazione confermata dal vice presidente della Commissione di Bruxelles Olli Rehn, che ha lasciato intendere che l’accordo con i creditori privati sulla ristrutturazione del debito greco potrebbe arrivare entro il fine settimana e che il Consiglio europeo di lunedì produrrà  risultati importanti. Il secondo fattore di svolta è una sorta di decoupling, di separazione dei destini tra i grandi e i piccoli “malati” di Eurolandia. Il fatto che i grandi malati, l’Italia soprattutto, e la Spagna, stiano facendo operazioni di risanamento e di rilancio conta di più dell’eventuale aggravarsi dei piccoli malati, il Portogallo per esempio, sul quale i mercati mandano segnali poco rassicuranti.


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