L’alternativa Hollande
Strano dibattito, tra un candidato certo e un ministro che sogna di correre per l’Eliseo, nel caso Sarkozy, sempre più in basso nei sondaggi, si faccia prendere dal dubbio e getti la spugna.
Dopo il discorso d’investitura del 22 gennaio al Bourget, Hollande ha indossato gli abiti del «presidenziabile» e i sondaggi l’hanno premiato, con due punti in più di previsioni di voto al primo turno. Ieri, erano attese delle precisazioni sul programma.
In una conferenza stampa, la mattina, ha giocato la carta della «credibilità ». La Francia è in crisi, il Ps valuta la crescita possibile quest’anno solo allo 0,5%. Hollande promette 20 miliardi di spesa, destinata soprattutto a proteggere le classi medie: scuola, casa, sanità , lotta alla disoccupazione, riforma fiscale, aiuti alla piccola e media impresa. Troverà i soldi tassando gli alti redditi (un decile al 45% per chi ha redditi superiori a 150mila euro) e le grandi imprese, che avevano goduto della defiscalizzazione di Sarkozy. Ci sarà una riforma della patrimoniale, alleggerita da Sarkozy. Verranno tagliate le «nicchie» fiscali, che permettono grossi sgravi ai più ricchi. Hollande calcola di recuperare 29 miliardi, un ampio margine per attuare il suo programma.
L’idea di fondo è che un’altra politica economica è possibile, malgrado la crisi. Non sarà certo una rivoluzione, bisogna stringere la cinghia anche se la parola «rigore» non è stata pronunciata. Ma Hollande vuole cambiare il clima: la finanza sarà chiamata alla solidarietà nazionale. Nelle banche verrà divisa l’attività di credito e la speculazione. La riforma delle pensioni di Sarkozy verrà rivista e chi avrà tutti gli anni necessari di contributi (42 anni) potrà andare in pensione a 60 anni a tasso pieno. In cinque anni, 60mila persone in più lavoreranno nella scuola francese, tra insegnanti e altro personale. Nelle imprese pubbliche, lo scarto massimo tra gli stipendi sarà da uno a venti. In Francia la disoccupazione tocca massimi storici, c’è un milione di disoccupati in più rispetto al 2007, 4,2 milioni sono senza lavoro, il 10% della popolazione attiva, a dicembre ogni giorno mille persone hanno perso il lavoro e continua la chiusura di siti di produzione. La disoccupazione colpisce soprattutto i giovani e chi ha più di 50 anni. Per rimediare, Hollande propone un «contratto di generazione»: sgravi di contributi per le imprese che assumeranno un giovane e lo faranno tutorare da un senior, che così non perderà il posto. Ci saranno inoltre 300 mila posti «di avvenire» per i giovani, sovvenzionati. Per la piccola e media impresa, ci saranno finanziamenti da una banca pubblica specialmente dedicata e il capitale sarà tassato come il lavoro, non meno, come adesso. In Europa, Hollande promette di battersi per una direttiva sulla protezione dei servizi pubblici.
Tra i «60 impegni» ci sono anche proposte sociali: garantire a tutti l’accesso alle cure, riflessione su una legge che permetta l’eutanasia in condizioni «precise e severe», diritto al matrimonio e all’adozione per gli omosessuali. Sull’immigrazione e le banlieues le proposte sono per il momento molto limitate. Il Ps è a favore del voto alle elezioni locali per gli extracomunitari con almeno 5 anni di residenza. Hollande proseguirà però «la lotta implacabile contro l’immigrazione illegale» e le regolarizzazioni dei clandestini saranno decise «caso per caso». Alle banlieues, oltre agli investimenti sulla scuola e la casa, Hollande propone più sicurezza, tema tradizionalmente difficile per la sinistra: saranno istituite delle «zone di sicurezza prioritaria» con più poliziotti. Timido anche sul nucleare: chiuderà la più vecchia centrale, Fessenheim, ma proseguirà i lavori dell’Epr a Flamanville, con l’obiettivo di ridurre l’energia nucleare dal 75% attuale al 50% entro il 2025. Sul piano internazionale, a parte gli impegni verso l’Europa, Hollande ha parlato di ritiro delle truppe francesi dall’Afghanistan entro quest’anno. Tra le reazioni, a sinistra il leader del Front de gauche, Jean-Luc Mélénchon, ha trovato le proposte «troppo timide», a destra l’Ump parla di «acqua tiepida».
Related Articles
La Cgil fa causa al governo
Precari. Il sindacato porta la riforma Poletti davanti alla Commissione Ue: «In Europa il tempo indeterminato è al centro, in Italia così non lo è più»
Crimea: il delitto internazionale
Referendum in Crimea. La svolta buona? Un’Ucraina neutrale e fuori dalla Nato