Dalla Coca Cola alla Barilla La protesta dei Tir blocca ancora le produzioni

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Era stato il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri ad allertare le prefetture di tutta Italia perché, dopo aver percorso tutte le strade del dialogo, attuassero ogni azione per ripristinare la normalità . Ieri Maurizio Longo, segretario di Trasporto unito, il sindacato che ha indetto questa protesta, ha stigmatizzato l’intervento della polizia: «Cariche e violenze si stanno verificando su tutto il territorio nazionale, con interventi non solo sui blocchi del traffico, ma anche contro qualsiasi riunione o assembramento di autotrasportatori». La protesta dei camionisti ha fatto bruciare almeno 200 milioni di euro, soltanto nel settore agroalimentare. E costretto molte aziende alla cassa integrazione e alla chiusura per mancanza di materie prime, soprattutto nel Meridione. Dopo la Fiat di Cassino e Pomigliano, ieri è toccato alla Coca Cola: stop della produzione negli impianti di Marcianise (Caserta) e Rionero in Vulture (Potenza). Anche la Barilla è stata messa in difficoltà  dalla protesta dei Tir: ieri l’azienda ha avviato le procedure di cassa integrazione per i lavoratori degli stabilimenti di Foggia e Caserta e a rischio anche la produzione di Melfi. Ferma la produzione anche della Algida di Caivano e della Indesit di Caserta. In difficoltà  pure Granarolo, gruppo alimentare bolognese di latte e derivati, che da lunedì non è riuscito a fare consegne al Sud, e anche la Despar Italia ha lanciato un grido di allarme: «Ogni giorno di questa protesta si perdono centinaia di milioni di euro», ha detto il presidente Antonino Gatto. Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, pur condividendo i motivi della protesta non ne ha condiviso le modalità  e per questo ha fatto un appello al governo: «Fermare lo sciopero che sta facendo aumentare l’inflazione e sta mettendo a rischio il lavoro di migliaia di dipendenti». Ieri la Camera ha detto sì all’ordine del giorno di Gianfranco Miccichè, leader di Grande Sud, che impegna il governo «a porre in essere tutte le necessarie iniziative volte a scongiurare il collasso del sistema economico siciliano e di tutto il Sud».


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