Le 60 proposte di Hollande per risanare la Francia

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PARIGI – Sessanta proposte, più tasse sui redditi alti, separazione dell’attività  bancaria commerciale da quella speculativa, tassazione differenziata per le aziende e molta prudenza: Franà§ois Hollande ha snocciolato ieri la lista delle sue misure per risanare il paese. A meno di tre mesi dal primo turno delle presidenziali, il programma del candidato socialista è grigio come la congiuntura: la pressione fiscale è destinata ad aumentare e le promesse sono ridotte all’osso. I ceti popolari saranno risparmiati, ma la situazione non permette di far regali: ci saranno nuove spese per 20 miliardi, le nuove entrate saranno di 29 miliardi, ottenuti soprattutto sopprimendo agevolazioni e sgravi fiscali, in particolare quelli voluti da Sarkozy. Se domenica scorsa Hollande aveva dato una scossa alla sua campagna e entusiasmato la folta platea dei suoi sostenitori, ieri ha vestito i panni del tecnocrate, elencando cifre e provvedimenti.

Un programma di centro-sinistra, destinato a rassicurare le classi medie, ma senza vere sorprese: un aumento del potere d’acquisto dei francesi, ha detto, potrà  venire solo con la ripresa economica.

Quanto ai bilanci pubblici, l’obiettivo è di riportare il deficit al tre per cento nel 2013 e di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2017. Un linguaggio di verità , insomma, che il candidato socialista ha riassunto con quattro sostantivi: lucidità  sull’analisi della situazione economica; volontà  di cambiamento per risanare i conti pubblici; giustizia sociale; chiarezza sul finanziamento delle misure, il metodo per attuarle e il calendario.

Sul fronte delle entrate, Hollande ha promesso di colpire solo i redditi più alti: fine degli sgravi introdotti da Sarkozy sulla patrimoniale e sulle successioni, introduzione di un’aliquota Irpef al 45 percento (contro l’attuale 41) per i redditi superiori a 150mila euro per persona, riforma fiscale per equiparare la tassazione dei redditi da capitale ai redditi da lavoro.

Per le imprese, fine di alcuni sgravi sugli straordinari e imposta sulle società  differenziata: 35 percento per le grandi aziende, 30 percento per le medio-piccole, 15 percento per le piccolissime. Poche le promesse: aumento dell’indennità  versata all’inizio dell’anno scolastico alle famiglie meno abbienti, 60mila assunzioni nella Pubblica istruzione in cinque anni (ma senza aumentare il numero complessivo degli statali), sgravi per le aziende che assumono giovani e 150mila contratti parapubblici per questi ultimi. Il tutto condito con promesse per gli alloggi, la sanità  e l’idea di una direttiva europea per la difesa dei servizi pubblici. Hollande ha confermato di voler ridurre dal 75 al 50 per cento la quota del nucleare nella produzione elettrica entro il 2025, l’impegno a legalizzare matrimonio e adozioni per gli omosessuali, stipendi tagliati del 30 percento per presidente e ministri. Largamente in testa nei sondaggi, il candidato socialista non prende rischi. Chi sarà  costretto a prenderli è il presidente della Repubblica, non ancora candidato ma già  nella posizione dello sfidante: domenica sera annuncerà  in tv le sue ultime riforme, una scommessa in zona Cesarini per ribaltare una situazione largamente compromessa.


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