No agli F35, la nostra campagna

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Che tutto questo – come ha detto Monti – faccia aumentare il Pil del 10% in 10 anni è abbastanza fantasioso.
Tra le corporazioni nemmeno sfiorate dal provvedimento c’è quella dei militari, che continuano a spendere e a sprecare una gran quantità  di soldi. Come è noto, solo per la costruzione e l’acquisto dei cacciabombardieri F35 si prevede di spendere 15 miliardi di euro: più o meno la stessa cifra che gli esperti del governo stimano (anche qui in modo fantasioso) nel breve periodo come possibili risparmi per i cittadini dall’impatto del provvedimento sulle liberalizzazioni. Uno spreco, quello degli F35, di cui beneficiano i militari e il colosso della Finmeccanica, classico caso – a proposito della propaganda neoliberista antistato – di impresa lautamente assistita dai soldi pubblici, legata alla politica ed invischiata in opache vicende giudiziarie.
Per mettere uno stop alla costruzione degli F35 la campagna Sbilanciamoci, la Tavola per la pace, la Rete Disarmo e Unimondo hanno promosso un mese di mobilitazione che si conluderà  alla fine di febbraio con manifestazioni in 100 piazze italiane e con la consegna di decine di migliaia di firme contro gli F35 al governo italiano. 
Anche per ricordare – in tempi di crisi – che con quei 15 miliardi di euro si potrebbero ad esempio creare 4.500 nuovi asili nido comunali e mettere in sicurezza le oltre 12mila scuola italiane che non rispettano le norme antincendio, antisismiche e di idoneità  statica e in questo modo creare più di 100mila posti di lavoro, a fronte degli 8-900 che si alimenterebbero con la costruzione degli F35. 
Ci pensi anche il sindacato prima di cadere nelle trappole e nelle finte promesse degli armieri. 
E ci ripensi anche il governo Monti. Mettere fine alla vicenda degli F35è sicuramente una scelta importante e impegnativa, ma sicuramente – per le nostre tasche e per i posti di lavoro – assai più concreta ed efficace di quelle misure del decreto liberalizzazioni come i tagliandi delle assicurazioni elettronici e delle Srl a 1 euro per i giovani, di cui tra qualche mese nessuno si ricorderà  più.


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E il faccendiere premeva su Bertolaso per un decreto.  Telefonate insistenti alla segretaria del ministro degli Esteri. “Devo parlare cinque minuti con Franco. Dovunque sia: in auto, aereo, ufficio…” Il suggerimento a Scarpa, presidente di commissione al Senato, di rivolgersi a Schifani e Cicchitto per riuscire a diventare ministro. L’ex direttore dell’Avanti! spesso si fa forte del fatto di “aver appena parlato col capo”, cioè con Berlusconi. E tutti lo assecondano  

RESTITUIRE AI CITTADINI IL PIACERE DI CONTARE

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 In democrazia la sovranità spetta al popolo votante, non al popolo votato. L’Italia è impaurita, vede danzare i diavoli quando s’affaccia alla finestra. Ed è anche spaurita, erratica, confusa. L’economia precipita, il lavoro latita, le disuguaglianze si divaricano come le due lame d’una forbice.

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