“Il posto di lavoro non sia più un privilegio”
ROMA – «Spero che un posto di lavoro non sia più un privilegio». In una battuta, rivolta ad una giovane stilista salita al Colle, un messaggio forte indirizzato agli imprenditori ma più a largo raggio un appello a governo, partiti e forze sociali impegnati nell’arduo passaggio della “fase due”, alla ricerca di crescita e occupazione. Giorgio Napolitano consegna al Quirinale i premi Leonardo, il tradizionale appuntamento con il meglio dell’impresa italiana, e quando arriva Federica Giorgi, allieva di Gucci, un caschetto di capelli rosso vivo, ecco che la crisi “filtra” anche attraverso il mondo dorato dell’alta moda. Perché, emozionata e grata, la giovane manager confessa di sentirsi «proprio una privilegiata ad avere un lavoro, e un lavoro che mi piace così tanto». Parole che il capo dello Stato non lascia cadere quando interviene a fine cerimonia, alla presenza del ministro Passera e di un pezzo “griffato” dell’impresa italiana. «Il mio augurio, e la mia speranza, è che la signora Giorgi possa non considerarsi più una privilegiata solo perchè ha un lavoro. E’ un augurio, questo, che rivolgo soprattutto ai giovani».
Sul tema-lavoro interviene anche Emma Marcegaglia: «Crescita e sviluppo – lamenta – sono temi assenti dal dibattito». E quanto alle ricette, «il salario minimo rischia di disincentivare al lavoro», meglio non toccare gli attuali ammortizzatori sociali almeno per i prossimi due anni, «per far fronte alle moltissime ristrutturazioni da gestire».
Dal Colle, Napolitano spiega che «ricerca e innovazione» rappresentano la chiave per «affinare la qualità della nostra produzione», e richiama l’importanza «vitale e attuale dell’artigianato e del lavoro manuale, che unisce all’antica sapienza le nuove tecnologie». Il ministro Passera assicura che sul fronte del lavoro il governo «è impegnato a rendere più efficace possibile il confronto con le parti sociali». E che si aspetta risultati concreti dal piano liberalizzazioni. «Speriamo di convincere tutti ad accettare sacrifici in nome del bene comune, prevalendo sugli interessi corporativi e impegnandosi nella creazione di nuova occupazione».
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