Lo spread dei Btp “forza” quota 400 guadagnati 112 punti in due settimane
MILANO – Giornata sull’ottovolante per lo spread del Btp rispetto al corrispondente titolo tedesco a dieci anni. Questo indicatore, considerato sempre più la cartina di tornasole dello stato di salute del paese e del debito pubblico, è sceso fino ad infrangere la soglia dei 400 punti base e poi, mentre nelle sale operative ci si apprestava a stappare bottiglie di champagne, i valori sono tornati a risalire, fin sopra i 420 punti. La campanella della chiusura ha fotografato una distanza rispetto al Bund tedesco di 414 punti base (in lieve rialzo rispetto al giorno prima) e un rendimento per il titolo decennale al 6,13%. Ma basta guardare appena più indietro, al 9 gennaio scorso, per rendersi conto della strada che ha fatto da qui ad allora il Btp decennale: il vantaggio è di 112 punti base in due settimane.
Il miglioramento è ancora più evidente e forte se si considerano le scadenze più corte: sui titoli della parte intermedia della curva dei rendimenti – da due a cinque anni – in due settimane lo spread con i titoli tedeschi è sceso di 155 punti base. Del resto, il calo di gran lunga più evidente c’è stato sui Bot, aggiudicati al 2,73% rispetto al 5,95% dei momenti peggiori. «Se i Bot si tenessero al 2,5% per tutto l’anno e i Btp a dieci anni restassero sui valori attuali, risparmieremmo 14 miliardi di spesa per interessi – spiega Gregorio De Felice, responsabile del Servizio studi Intesa Sanpaolo – pagheremmo 80 miliardi rispetto ai 94 messi in conto dal governo: è una mezza manovra».
Il ministero dell’Economia, dal suo canto, sembra intenzionato a cavalcare la fortissima discesa dei tassi sulla parte breve della curva. Ieri infatti ha annunciato che la prossima asta di Bot, il 27 gennaio, saranno offerti Buoni per 11 miliardi (la maggior parte a sei mesi) contro i 7,5 miliardi in scadenza. Inoltre il Tesoro ha annunciato quantitativi più ridotti di Ctz a 24 mesi e di Btp indicizzati all’inflazione (500 milioni), anch’essi per scadenze ravvicinate.
Dal canto suo il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, ha ricordato che le banche italiane hanno preso in prestito 116 miliardi a tre anni dalla Bce e dunque possono comprare Btp senza intaccare il credito a famiglie e imprese e c’è da augurarsi che il loro intervento sia «sufficiente» a sostenere il debito.
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