Parlano gli ufficiali, forse altri indagati
Il procuratore Francesco Verusio dà l’ok al dissequestro dopo un summit con il commissario delegato all’emergenza Franco Gabrielli. Il relitto è stabile, quindi le ricerche dei dispersi possono essere svolte in contemporanea a quelle di «defueling».
Intanto sul fronte giudiziario la giornata è segnata dal deposito della memoria difensiva di Francesco Schettino sulla richiesta della procura di incidente probatorio sulla scatola nera della nave crociera. L’avvocato Bruno Leporatti avverte: «Le investigazioni sono in pieno svolgimento, anche al fine di individuare eventuali ulteriori responsabilità di terzi soggetti». In particolare: «Le dichiarazioni rese dal comandante Schettino nel corso del suo interrogatorio di garanzia, in ordine ai contatti telefonici intercorsi con il Marine operation director di Costa Crociere dopo l’impatto (Roberto Ferrarini, ndr) e costantemente durante la fase della susseguente emergenza, hanno aperto ulteriori filoni di indagine». Conclusioni: per Leporatti non sono esclusi nuovi indagati, quindi l’incidente probatorio ora sarebbe prematuro. Al tempo stesso il legale chiede due accertamenti specifici: «Uno diretto a decrittare il V.D.R., l’altro a ricostruire lo svolgimento dei fatti, in tutte le fasi antecedenti e susseguenti all’urto di Nave Concordia con lo scoglio sommerso con la conseguente apertura della falla, sino a giungere al momento del suo definitivo incaglio in prossimità del porto del Giglio».
A quest’ultimo riguardo, negli atti dell’inchiesta c’è già la deposizione del terzo ufficiale Silvia Coronika, che la sera del disastro era in plancia di comando: «C’erano anche il timoniere Jacob Rusli – racconta – il primo ufficiale di guardia Ciro Ambrosio, un secondo ufficiale di coperta, Salvatore Ursino, e l’allievo di coperta Stefano Iannelli. Verso le 21.30 è salito in plancia il maà®tre d’hotel Antonello (Tievoli, ndr) che ha casa all’isola del Giglio, e dopo pochi minuti ci ha raggiunto anche il comandante Schettino e poi l’hotel director Manrico Giampedroni». Silvia Coronika spiega che sono rimasti tutti in plancia fino al momento della collisione. «Il comandante Schettino, quando eravamo a circa 5 miglia dall’isola, ha disposto l’inserimento della navigazione manuale, perché si doveva eseguire un’accostata a dritta». Il terzo ufficiale puntualizza: «Seppur prevista dalla pianificazione della navigazione, una rotta così vicina alla costa non era mai stata effettuata prima». Una distanza che Silvia Coronika quantifica in mezzo miglio marino (circa 900 metri) dalla costa. Ma in realtà la Costa Concordia arriverà a meno di 0,3 miglia, per impattare sugli scogli de Le Scole. «Nel giro di due minuti era già tutto allagato – testimonia l’ufficiale di guardia in macchina Alberto Fiorito – anche le pompe non giravano, era tutto sommerso. Il black-out è stato quasi immediato, nonostante le porte stagne chiuse, perché abbiamo contato che cinque locali erano allagati. E sappiamo che la nave può reggere fino a tre locali allagati».
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