Quei 7.500 evasori totali che frodano 21 miliardi

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ROMA — Più di 50 miliardi di euro di imponibile occultati al fisco. Oltre 8 miliardi di Iva mai versati. Più di 12.000 persone denunciate per reati e frodi fiscali. È un tesoro a molti zeri quello recuperato dalla Guardia di Finanza, nell’anno appena concluso in cui sono stati scoperti 7.500 evasori totali che hanno sottratto al fisco circa 21 miliardi di euro. Imponente lo sforzo delle Fiamme Gialle: 30.153 verifiche compiute, 80.214 controlli e 769.625 accertamenti strumentali eseguiti. In un anno che ha segnato un’inversione di tendenza tale da far dire al comandante generale della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo: «Ci sentiamo meno soli». 
La crisi fa tirare la cinghia agli italiani che pagano le tasse e rende sempre più vitale l’operazione di contrasto della Finanza ai «furbetti del fisco». Basti pensare che ammontano a 11 miliardi di euro i capitali portati nei cosiddetti paradisi fiscali, Paesi che basano la loro economia sulla possibilità  di evadere le imposte con trasferimenti di residenza «di comodo» di persone e società . È l’evasione più consistente e sofisticata che tiene impegnati i finanzieri in complesse indagini sulle triangolazioni fra società  collocate nei paradisi fiscali, con intestazioni fittizie di patrimoni e grosse operazioni elusive. «I risultati ottenuti — come rimarca il comandante generale — sono, in primo luogo, frutto della professionalità , dell’impegno e dell’intuito di tutte le Fiamme Gialle, cui va il premio della fiducia dei cittadini, che però va conquistata giorno per giorno». 
Così, sottolinea la Finanza, «i tempi sono cambiati e anche chi prima giustificava come furberia l’evasione non comprendendone la reale insidiosità , ha dovuto prendere atto della pericolosità  sociale del fenomeno, da combattere con un’azione decisa, sinergica e, soprattutto, trasversale». «Quello dell’evasione fiscale, infatti — evidenziano al comando generale — è un fenomeno nelle cui pieghe si celano spesso altri reati, sui quali, almeno fino ad oggi, pesava un maggior alone di discredito: il riciclaggio, la corruzione, l’emissione di fatture false per beneficiare indebitamente di fondi pubblici, l’illecito trasferimento di capitali all’estero o la commissione di reati di borsa, solo per citarne alcuni».
Tre i filoni principali di indagine sui quali ha puntato lo scorso anno la GdF: oltre al contrasto dell’evasione internazionale, la caccia alle frodi fiscali e la lotta all’economia sommersa. 
Sono più di 902 milioni di euro i beni sequestrati in via preventiva ai responsabili di reati fiscali: tra valuta, conti correnti, beni immobili e mezzi (barche, auto di lusso, eccetera). Per gli oltre dodicimila sotto indagine le accuse sono di aver utilizzato o emesso fatture false (1981 violazioni), di non aver versato l’Iva (402 casi), di aver omesso la dichiarazione dei redditi (2000 violazioni) o di aver distrutto o nascosto la contabilità  (oltre 2000 casi). Rilevante è stata anche l’attività  di contrasto alle cosiddette «Frodi Carosello» che ha portato alla scoperta di quasi 2 miliardi di Iva evasa. 
Infine la lotta al lavoro nero. Sono 12.676 i lavoratori irregolari scovati di cui oltre 2500 extracomunitari. Sono stati 5.420 i datori di lavori verbalizzati. Nella guerra al «sommerso d’azienda», poi, il colpaccio: gli accertamenti sulle imprese e sui lavoratori autonomi sconosciuti al Fisco perché non presentano le dichiarazioni annuali hanno portato all’individuazione di 7.500 persone che non avevano mai pagato le tasse. Evasori totali che avevano occultato redditi per più di 21 miliardi di euro.


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