“Così cambierò il destino della Francia”
PARIGI – Il sogno francese come orizzonte, l’uguaglianza come fondamento del patto repubblicano che tiene unita la società , il mondo della finanza come vero avversario: a tre mesi esatti dal primo turno, Franà§ois Hollande lancia la sfida a Nicolas Sarkozy di fronte a 20 mila militanti entusiasti. In vantaggio in tutti i sondaggi davanti a un presidente uscente largamente distanziato, il leader socialista ha tentato ieri di superare l’ultimo ostacolo che può ancora impedirgli la vittoria e di darsi quella statura presidenziale che il paese ancora non gli riconosce. I sondaggi dei prossimi giorni diranno se ci è riuscito. Sicura, invece, la risposta dei militanti, che lo hanno applaudito a più riprese insieme a tutti i capi del partito con una messinscena studiata in tutti i dettagli: impossibile non pensare al comizio del gennaio 2007 in cui Sarkozy si impose come l’uomo da battere.
Oggi, l’uomo da battere sembra proprio Hollande, dato da tutti i sondaggi come sicuro vincitore al ballottaggio del 6 maggio. Da qui l’esercizio di ieri: trovare il tono giusto, dare un senso alla candidatura, indicare una direzione di marcia. Hollande si è rivolto soprattutto all’elettorato di sinistra, accentuando alcuni suoi temi come la riforma fiscale o l’attacco al mondo della finanza, considerato «il vero avversario, che ha preso il controllo dell’economia». E un martellamento incessante sulla tradizione francese, dalla Rivoluzione in poi, come se solo il richiamo al passato nazionale e ai valori della République potesse suscitare entusiasmo.
Europeista convinto, il candidato socialista si è ben guardato dallo sviluppare un argomento spinoso Oltralpe, limitandosi a promettere una revisione degli accordi di Bruxelles fra Sarkozy e la Merkel, senza tuttavia dire come spera di riuscire a convincere gli altri paesi a spalleggiarlo.
I dettagli, forse, saranno rivelati giovedì, quando presenterà il suo programma. Ieri si trattava soprattutto di seminare speranze: «Sono qui per cambiare il destino della Francia»; «sarò il presidente della fine dei privilegi»; «prometterò solo quel che potrò mantenere»; «nel 2017 i giovani vivranno meglio? Cambiare la loro vita sarebbe la mia più grande fierezza»; «la Francia non è un problema, la Francia è la soluzione». E alla fine del discorso, mentre la folla lo acclamava, il primo tenero gesto è stato per la sua compagna, Valérie Trierweiler, seduta in prima fila accanto a Mazarine Pingeot, la figlia di Mitterrand. Poi nessun canto di sinistra, ma la Marsigliese, unica cosa comune con i comizi della destra. La sfida è lanciata, ma Sarkozy scenderà nell’arena solo a marzo: il presidente vuol sfruttare fino all’ultimo il privilegio di parlare come capo di Stato e non come candidato.
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