No alla repressione in Egitto e Siria

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In Egitto le elezioni formalmente “democratiche” non hanno messo fine al dominio delle forze armate e alla repressione (…). Perché l’Egitto possa davvero avviarsi sulla strada della democrazia, le forze armate devono abbandonare il potere politico.
In Siria, il regime di Bashar El Assad da mesi sta reprimendo con violenza le manifestazioni dell’opposizione. Migliaia di morti documentati da testimoni indipendenti, migliaia di arresti di dissidenti, ammessi dallo stesso regime (…). La legittimità  del regime baathista è da tempo finita e non è possibile sostenerla sulla base degli schieramenti internazionali e nella regione. La popolazione siriana è vittima più volte: è vittima della repressione e dell’autoritarismo del regime; è vittima del disinteresse della cosiddetta “comunità  internazionale” preoccupata che possa saltare un equilibro regionale che garantisce oggi un stato di conflitto “freddo” utile agli interessi di Usa, Europa, Israele e delle altre potenze regionali e non; vittima delle manovre dei regimi arabi reazionari (Arabia saudita, Giordania e Qatar in prima fila) che vorrebbero scalzare Assad per insediare un regime più malleabile ai loro interessi.
Noi non possiamo e non vogliamo arrenderci alle ragioni della “geopolitica” (…). Siamo contro qualsiasi intervento militare in Siria sia perché il recente precedente libico ha mostrato le sofferenze, i morti causati dalla Nato per “proteggere” i civili, l’indegno gioco sulla pelle delle popolazioni, sia perché qualsiasi intervento straniero sottrarrebbe alla popolazione siriana e alle forze democratiche e rivoluzionarie il controllo sul futuro del loro paese rendendolo prigioniero degli interessi delle grandi potenze e/o delle potenze regionali. (…) Per tutto questo facciamo appello a tutte/i le/i democratiche/ci perché si sviluppi anche in Italia una campagna forte e diffusa: per il sostegno alla popolazione siriana e ai democratici egiziani, la fine della repressione e per il sostegno a tutte le popolazioni arabe in rivolta (…); contro la repressione dei regimi e per il loro isolamento politico internazionale che non comporti embarghi contro la popolazione; contro ogni possibile intervento militare: no a ogni missione “umanitaria”, alle NoFlyZone (primo passo della guerra), all’invio di truppe e utilizzo delle basi militari in Italia. Vogliamo che l’Onu organizzi una commissione d’inchiesta indipendente e non armata che si rechi subito in Siria (…) ».
Luisa Morgantini, Alessandra Mecozzi, Loretta Mussi, Vittorio Agnoletto, Riccardo Troisi, Germano Monti, Vauro Senesi, Fabio Marcelli,Ciro Pesacane, Simona Cataldi, Laura Quagliolo, Marco Bersani, Salvatore Cannavò, Franco Russo, Dario Rossi, Rita Lavaggi, Olivia Pastorelli, Karim Metref, Sancia Gaetani, Stefano Tassinari, Riccardo Torreggiani, Paola Canarutto, Tonio Dall’Olio (e altre firme).
Per aderire: appellosiriaegitto@gmail.com


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