Fmi: per l’Italia due anni di recessione

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ROMA – Il Fondo monetario ipotizza per l’Italia un biennio di cupa recessione. La Bce invece, sia pure tra mille cautele e senza sottovalutare i «rischi al ribasso» che rimangono all’orizzonte, intravede «timidi segnali» di ripresa. Il presidente Mario Draghi non nega la probabilità  di una recessione, ma parla di segni di «stabilizzazione su livelli bassi di attività ». Assicura che in Europa si è evitata una crisi di liquidità  e pronostica un euro rafforzato dalle misure Ue. Due giorni fa anche la Banca d’Italia aveva dipinto uno scenario fosco per i prossimi 2 anni, senza tuttavia escludere una schiarita nel caso in cui lo spread migliorasse: ieri è sceso a quota 451,2, con le Borse Ue in ripresa (più 2,45% a Milano) e Francia e Spagna che piazzano bene i loro bond. 
La differenza di percezione tra i diversi organismi si spiega con la «elevata incertezza» della situazione economica generale. Un quadro confuso che preoccupa i Grandi d’Europa. Secondo fonti tedesche, Francia e Germania starebbero elaborando un piano anti-crisi in sei punti per scongiurare la recessione da presentare al prossimo Consiglio Ue. Sono previsti aiuti in favore dei Paesi più colpiti e una tassa sulle transazioni finanziarie. Allo studio anche la creazione di un «Fondo per la crescita e la competitività » a favore di chi ha già  adottato pacchetti di austerità  e riforme. 
Ma prende corpo anche una bozza più aggiornata del Patto di Bilancio che fisserà  vincoli stringenti in capo alle Nazioni cicala e spendaccione. Il documento, che lunedì arriverà  sul tavolo dell’Eurogruppo, prevede che la Corte di giustizia Ue imponga sanzioni fino a un massimo dello 0,1% del Pil ai Paesi che non introdurranno l’obbligo del pareggio di bilancio nelle norme nazionali. Stessa mannaia per le Nazioni che non correggeranno automaticamente gli scostamenti dagli obiettivi concordati. Le multe «dovranno essere versate all’Esm», il fondo salva-Stati permanente che dal primo luglio subentrerà  all’Efsf. A decidere un importo delle ammende «adeguate alle circostanze» sarà  la Corte di giustizia Ue. La sanzione pecuniaria potrà  scattare quando il Paese risulterà  recidivo, cioè colpevole di non aver rispettato una prima sentenza di condanna emessa dalla Corte. 
Il potere di “denunciare” ai giudici europei un Paese indisciplinato potrà  essere esercitato sia dalla Commissione europea sia da un altro Paese della zona euro firmatario dell’accordo. Non solo. A partire dal 2013, gli aiuti comunitari saranno riservati alle sole Nazioni che avranno recepito il Patto di Bilancio. L’entrata in vigore del Patto resta fissata al gennaio 2013 o anche prima, purché sia stato ratificato da almeno 12 delle Nazioni firmatarie.


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