Il fondatore di Yahoo! si dimette. E Microsoft può tornare in pista

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Ovvi gli auguri di un futuro radioso per la società  da lui fondata assieme a David Filo nel 1995; altrettanti scontati gli attestati di stima e fiducia nel top management, ma la posizione di Jerry Yang era sempre più in bilico da alcuni anni, cioè da quando nel 2008 fu l’autorevole portavoce del rifiuto all’offerta di acquisto della società  da parte del concorrente Microsoft per quanto riguarda i motori di ricerca. In quell’occasione, il cofondatore di Yahoo! fece appello allo spirito originario dell’impresa e all’incompatibilità  con la logica imprenditoriale di Microsoft. Vinse la battaglia, ma il successo diede avvio all’inizio del suo declino all’interno di Yahoo!. 
Jerry Yang sapeva che il futuro di Yahoo! non poteva limitarsi ai motori di ricerca – la quota di mercato che detiene segue quella di Google di molti punti in percentuale – ma non aveva molto da proporre. La società  di Sunnyvale non sforna infatti nessun prodotto innovativo da molti anni, ridimensionando così la sua capacità  di stare dentro un settore da sempre turbolento. La proposta di Microsoft era vista da molti azionisti come la soluzione naturale, dopo un altro grande rifiuto, quello a Google. Jerry Yang non era d’accordo e fece di tutto per far saltare un accordo che sembrava cosa fatta. Le sue motivazioni erano in continuità  con la storia della sua «creatura», nata negli anni d’oro della cosiddetta net-economy, caratterizzata da una forte ostilità  verso i potenziali monopolisti dell’high-tech. Microsoft in testa.
Yahoo! è stata infatti fondata nel 1995 e oltre a un buon motore di ricerca presentava già  alcuni servizi aggiuntivi – la posta elettronica gratuita – che attirarono l’attenzione degli utenti. Inoltre Yahoo! scelse la strada di diventare un portale, cioè il punto di ingresso alla Rete, con tanto di gadget da dare a chi transitava nella sua pagina Web – un servizio minino di informazione, segnalazioni di siti per l’e-commerce e altri servizi simili – che lo proiettarono per pochi anni al centro della scena. Inoltre, Jerry Yang ostentava le sue origini taiwanesi, sostenendo che la spiegazione del successo di Yahoo! erano da cercare in quel riscatto di molti giovani laureati asiatici fatto di duro lavoro, gusto per l’innovazione e un anticonformismo, sebbene molto politically correct. Tempo due anni e la Rete venne investita dal ciclone Google. Yahoo! ha resistito, perdendo tuttavia terreno anno dopo anno, fino al licenziamento di 2500 dipendenti nel 2008 e al crollo degli utili. La proposta di Microsoft di acquisto sembrò la soluzione giusta. Yang si oppose. Vinse, ma da lì a pochi mesi fu costretto a dimettersi da amministratore delegato. Era l’inizio della fine. 
E da domani? Sicuramente l’ipotesi di vendere Yaoo! tornerà  a essere l’opzione preferita. E non è detto che Microsoft non torni a rinnovare l’offerta di acquisto.


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