“Recessione per 2 anni se lo spread resta alto subito le riforme per rilanciare la crescita”
Quest’anno sarà molto duro, con l’economia in piena recessione, ma poi l’Italia può migliorare specie se scende il famoso, temuto spread. Per la prima volta, nel suo Bollettino economico, la Banca d’Italia formula due scenari. Il primo, più pessimista e fondato su «modi standard di previsione», si basa sull’ipotesi tecnica di spread costanti sugli attuali valori, cioè circa 500 punti. In questo caso, il Pil di quest’anno scenderà dell’1,5% per poi restare piatto nel 2013. In pratica, un biennio di recessione. Ma il secondo scenario, giudicato «possibile», tiene conto degli effetti di tre fattori-chiave: le manovre di rigore del governo (ma non le liberalizzazioni, ancora allo studio), le mosse anti-crisi della Bce e le politiche della Ue per contrastare il dramma del debito sovrano, a cominciare dal Fondo salva-Stati. Con questo mix di interventi, tornerebbe «la fiducia degli investitori nella capacità dello Stato italiano di onorare il proprio debito e nella piena attuazione delle misure europee». In questo caso, lo spread calerebbe a quota 300, il Pil 2012 subirebbe un ribasso meno brusco (meno 1,2%) e, soprattutto, nel 2013 l’economia tornerebbe a girare con una crescita dello 0,8%.
Secondo gli esperti del governatore Visco, la «priorità » ora sono le misure per il rilancio dell’economia. Se «ben disegnate e prontamente attuate» possono influenzare al meglio le aspettative dei mercati e le decisioni di spesa di famiglie e imprese, con effetti positivi già quest’anno.
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