«Gli appalti in cambio di case per i figli»
MILANO — Appalti ospedalieri in cambio di case a prezzi scontati per i figli. È l’accusa che fa finire sotto inchiesta per corruzione Pasquale Cannatelli, 65 anni, direttore generale dell’ospedale Niguarda di Milano. Così le indagini sul crac della società Pellicano e dell’immobiliare Mais fanno scoppiare anche una bufera su uno dei manager preferiti da Roberto Formigoni e, come lui, esponente di spicco di Comunione e Liberazione. La Guardia di Finanza ieri ha fatto perquisizioni sia al Niguarda sia nell’appartamento di Cannatelli a Seregno (alle porte di Milano). L’ipotesi di reato è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare per l’ex assessore regionale della Lombardia, Massimo Ponzoni (Pdl). Tutto succede tra il 2006 e il 2007. L’indagine dei pm Walter Mapelli, Donata Costa e Giordano Baggio ruota intorno alla figura di Pietro Rivoltella, imprenditore cui è riconducibile la società di pulizie B&B e considerato uno dei finanziatori di Ponzoni. In quel periodo l’impresa di Rivoltella sigla un contratto biennale da 11 milioni con il Niguarda. Contemporaneamente, il 13 marzo 2006, Cannatelli acquista dalla Serema immobiliare (tra i cui soci c’è lo stesso Ponzoni) due appartamenti a Seregno per i figli con uno sconto di 120 mila euro. Per i pm, Ponzoni all’epoca ha intrattenuto rapporti sia con l’imprenditore Rivoltella, suo finanziatore, sia con il direttore generale di Niguarda Pasquale Cannatelli.
Di qui le conclusioni del gip Maria Rosaria Correra: «Rivoltella ha finanziato Ponzoni per essere favorito dal direttore generale di Niguarda, Pasquale Cannatelli, consentendogli di ottenere in appalto il servizio di pulizie. Cannatelli è stato, a sua volta, remunerato da Ponzoni con un consistente sconto sugli appartamenti per i figli».
Frena Mario Brusa, legale di Cannatelli: «Sono solo ipotesi, i fatti sono tutti da verificare».
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