Nasce la libreria per piccoli editori, con gli scaffali “in affitto”
Nasce la prima libreria italiana a chilometri zero, anche se non piace a tutti. Niente titoli stranieri, niente bestseller, niente colossi dell’editoria, solo romanzi, saggi e antologie dati alle stampe da piccole case editrici. La risposta letteraria a Slowfood arriva da Milano, dove aprirà a fine marzo Kmzero slowbookstore: 250 metri quadrati su 3 piani in una zona centrale (Via Cadore) con caffetteria, connessione WiFi, vendita di ebook e vendita online, noleggio di libri, computer e tavoli per la lettura, presentazioni. Ma per avere tutto questo gli editori dovranno pagare una quota iniziale: 800 euro al metro per trenta mesi.
L’idea è di Renzo Xodo, sessantenne con un passato da libraio a Piacenza, Venezia e nella stessa Milano, e di Ilaria Spagnoli, ventinovenne laureata in Lettere antiche, che promettono di mettere in vetrina, e sugli scaffali, solo piccoli marchi nostrani: «L’editoria indipendente deve affermarsi come formidabile opportunità di crescita culturale. Kmzero vuole contribuire a una diffusione democratica della cultura con un approccio alla lettura più accessibile e consapevole, ovvero slow».
I fondatori per ristrutturare, arredare, informatizzare gli spazi e pagare i dipendenti hanno previsto un investimento iniziale di 500.000 euro e vorrebbero condividere il rischio di impresa con gli stessi editori che si propongono di sostenere. Per un metro di visibilità chiedono di pagare anticipatamente 800 euro (+ Iva) per 30 mesi (meno di 27 euro al mese). E per quattro metri la cifra supera i 3.000 euro. Tanto è bastato perché i blog si scatenassero.
Tra gli scettici Andrea Malabaila, editore del marchio torinese Las Vegas. Anche se le cifre richieste non sono eccessive, Malabaila non ritiene corretto far pagare realtà che già faticano a fronteggiare la crisi: «Se Kmzero fosse davvero la paladina della cultura democratica, dovrebbe assumersi il rischio di impresa, così come io pubblico da indipendente senza chiedere soldi agli autori». Xodo, dopo aver dichiarato in tutti i modi che si tratta di una richiesta economica una tantum, va avanti per la sua strada, forte delle prime 82 adesioni, e rilancia: «Nel giro di un anno apriremo anche a Roma, Torino e Bologna».
Una nuova libreria è sempre una buona notizia. Resta il dubbio su come evitare che gli scaffali di Kmzero siano invasi da chi fa editoria a pagamento. Risponde il libraio: «Non accetto chi non ha catalogo, i cosiddetti stampatori, ma esiste un piccolo editore che non abbia mai fatto libri a pagamento?».
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