Faccia a faccia tra Ratzinger e Monti “Ha iniziato bene”.

Loading

CITTà€ DEL VATICANO – Gli occhi color turchese di Joseph Ratzinger incrociano per un attimo quelli chiari di Mario Monti, e si appuntano sul dono del presidente del Consiglio italiano. Una riproduzione degli “Atlanti nautici” del 1500 di Francesco Ghisolfi, edito dal Poligrafico dello Stato. «Da lei – gli dice a bassa voce il capo del governo – ci aspettiamo orientamenti e indicazioni». «Ah – coglie al volo l’immagine il Papa – c’è anche un valore simbolico». 
Sono le 11,30 nella Biblioteca privata di Benedetto XVI, Seconda loggia del Palazzo Apostolico. E i 25 minuti di udienza concessi dal Pontefice al nuovo premier italiano sono appena terminati. La delegazione della Presidenza del Consiglio ha accordato il primo saluto alla consorte di Monti. La signora Elsa, senza velo in testa e nessun gioiello ma con semplici orecchini e un inappuntabile tailleur scuro, precede i ministri Giulio Terzi ed Enzo Moavero che baciano l’anello al Santo Padre. Il gesto viene accennato anche dal sottosegretario di Stato, Antonio Catricalà , mentre il vicesegretario generale alla Presidenza del Consiglio, Federico Silvio Toniato, uomo con più dimestichezza in Vaticano, fa un breve inchino con la testa e dà  una stretta di mano. 
Anche Monti ha stretto la mano al Papa. Lungamente. Poi si è seduto di fianco al tavolo, con il Pontefice di fronte, e ha risposto sorpreso a una frase di Ratzinger. «Lei è stato in Germania adesso?». «Sì – ha detto il presidente del Consiglio, reduce dall’incontro con la Cancelliera, Angela Merkel – tempo brutto, ma clima buono». E il primo colloquio fra i due Professori, da subito in sintonia l’uno con l’altro, finanche nella mimica delle mani, si è avviato.
C’è soddisfazione tanto Oltretevere quanto a Palazzo Chigi per il risultato dell’udienza concessa da Benedetto al premier italiano. «Monti è un uomo credibile», rivelerà  poi il Papa, a pranzo, a pochi intimi. La giornata era iniziata con l’arrivo di sole tre vetture di Stato, nessun corteo, al Cortile di San Damaso. Il presidente del Consiglio a bordo di una berlina italiana, e la sua delegazione tutta su due Lancia Delta azzurrine, con i ministri degli Esteri Terzi, delle Politiche comunitarie Moavero, e il sottosegretario Catricalà  stipati su una sola auto.
Venticinque minuti di colloquio a tu per tu, volando alto su temi come il quadro internazionale, l’Europa, il Mediterraneo. Entrando però anche nel concreto. «Lei ha cominciato bene – ha esordito Ratzinger nel suo stile accademico, ben colto dall’interlocutore – in una situazione difficile, quasi insolubile». Parole apparse come sconfortate sul quadro generale e locale. 
«E’ importante dare sin dall’inizio – ha replicato il premier – il segno di una certa determinazione». Monti ha così illustrato al Pontefice la manovra economica in atto per affrontare la crisi. E l’anziano Papa tedesco ha sorpreso un’altra volta il premier, manifestando non solo una conoscenza solida della Germania, ma mostrandosi molto addentro alle questioni italiane con un’analisi ricca di dettagli. E incoraggiando l’azione del governo, per un impegno forte anche da un punto di vista morale. Solo gli ultimi minuti Monti ha voluto dedicarli a questioni di natura personale.
In fine mattinata l’incontro con il cardinale Tarcisio Bertone. E il segretario di Stato vaticano ha ben colto il profilo tutto istituzionale del nuovo presidente del Consiglio, che non è voluto entrare in dinamiche interne alla Chiesa. Di Imu sui beni ecclesiastici e altre questioni, insomma, se ne parlerà  a suo tempo con la Conferenza episcopale italiana. Monti ha comunque fatto intendere che a tenere i suoi rapporti con Appartamento papale, Segreteria di Stato e Cei, sarà  esclusivamente il suo ufficio, con persone di strettissima fiducia, senza avvalersi di altri mediatori. Bertone ha apprezzato molto l’impostazione, soffermandosi poi a lungo soprattutto sulla crisi occupazionale.
Nel segno della sobrietà  lo scambio dei doni, con il Papa infastidito dalle raffiche dei fotografi («queste persone sono insaziabili»). Una penna a forma di colonna del Bernini e un’incisione di piazza San Pietro per Monti. E per il Papa il libro scritto nel ‘92 dal Professore (“Il governo dell’economia e della moneta”), con i segnalibri del Senato su 3 pagine: solidarietà , ruolo dello Stato, e l’economia sociale di Einaudi. Il Pontefice ha capito ogni sfumatura, e sorriso. «Da parte del Vaticano – dirà  nel pomeriggio a Repubblica una fonte italiana – il sostegno a questo governo c’è, pur senza averlo chiesto».


Related Articles

Telecom, spunta il nome di Provenzano

Loading

Milano, qualcuno avrebbe utilizzato informazioni riservate manipolando il traffico telefonico. Oggi i nuovi interrogatori in carcere (la Repubblica, GIOVEDÌ, 29

È un passo avanti che fa vacillare le due maggioranze

Loading

Un primo accordo sulla riforma elettorale sta spuntando: ma alle condizioni del Nuovo centrodestra, non di Silvio Berlusconi. E l’irritazione

Il Cavaliere va in trincea “Venderò cara la pelle”

Loading

LA DOCCIA fredda in una telefonata di pochi minuti. Silvio Berlusconi vuole capire, sondare l’effettiva disponibilità del Colle a concedere la grazia che risolverebbe – almeno per questa condanna – tutti i suoi problemi.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment