Air France blocca stipendi e assunzioni per risparmiare 1 miliardo in tre anni

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PARIGI – Congelamento dei salari e delle assunzioni, riduzione degli investimenti e dell’indebitamento netto, disdetta degli accordi sindacali, miglioramento della produttività : Air France ha annunciato ieri la prima parte del suo piano per riportare in nero i conti del gruppo. Una serie di misure largamente anticipate dalle fughe di notizie dei giorni scorsi, destinate ad essere seguite da nuovi provvedimenti in giugno, cioè dopo le elezioni presidenziali. I provvedimenti riguardano Air France, che nei voli a corto e medio raggio perde 700 milioni, e non la consorella Klm, per la quale si parla di una semplice moderazione salariale. Nessuna novità , invece, sul fronte Alitalia: tre giorni fa, il Figaro aveva parlato dell’impossibilità  di rispettare l’impegno di aumentare la quota posseduta nella compagnia italiana nel 2013, ma su questo punto non ci sono, per il momento, conferme ufficiali.
L’obiettivo immediato, infatti, è quello di arginare le perdite, di risanare una compagnia che perde competitività  rispetto alle concorrenti europee, in particolare Lufthansa e Iag (Britsh Airways-Iberia). Ecco allora il bisogno di ridurre da più di 6 miliardi a meno di 5 miliardi gli investimenti nel triennio 2012- 2014, che si tradurrà  in un ridimensionamento dell’offerta: la consegna di nuovi apparecchi verrà  ritardata, alcune opzioni di acquisto con i costruttori non saranno esercitate, il ricorso al subappalto di alcune tratte sarà  intensificato. Un miliardo di tagli ai costi verrà  dal congelamento di salari e assunzioni. A ciò si aggiungeranno «sforzi addizionali di produttività , una nuova riduzione delle spese generali e un adattamento della rete». Le misure saranno messe in atto immediatamente e si accompagneranno a un «piano di trasformazione», che dovrebbe aumentare di un miliardo in tre anni la capacità  di autofinanziamento della compagnia. Sul fronte della produttività , l’azienda intende rivedere tutte le regole e per questo annuncia l’apertura di un confronto coi sindacati per modificare gli accordi contrattuali. La seconda parte del piano di ristrutturazione sarà  varata in giugno e solo allora si saprà  se il gruppo farà  ricorso a una diminuzione del personale attraverso strumenti più dolorosi del congelamento delle assunzioni. Appena tornato ai vertici della società , nell’ottobre scorso, Jean-Cyril Spinetta aveva avvertito: «I prossimi anni saranno molto difficili». Air France-Klm, secondo il suo presidente, dovrà  affrontare una congiuntura «molto dura» e trovare nuove risposte alla crisi del trasporto aereo. Non si tratta solo del costo del petrolio: le perdite nei voli a corto-medio raggio mostrano come la compagnia soffra della concorrenza delle low cost, alla quale tenta di rispondere con la creazione di basi regionali in Francia e con l’obiettivo di far volare di più aerei ed equipaggi. Le misure annunciate ieri, insomma, sono solo un primo passo.


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CONTRO LA CRISI SCEGLIAMO L’ECONOMIA REALE

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La crisi dell’Europa, non solo dell’euro, si fa sempre più minacciosa in un quadro desolante che manca di visione e di leadership. Il fallimento delle politiche europee è sotto gli occhi di tutti coloro che non sono accecati dalla ideologia o prezzolati da interessi sonanti. Lo scontro tra gli Stati e tra Banche centrali, ne rappresenta la più evidente testimonianza. La crisi di fiducia, che si sta trasformando in panico, è incentrata su un processo di potente autoreferenzialità  della finanza e sulla insussistenza delle risposte politiche delle élite europee. La sola priorità  politica perseguita è quella di salvaguardare i valori finanziari uccidendo la economia produttiva, la civilizzazione e la democrazia.

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