Guantanamo, Amnesty International: un decennio di violazioni
Il rapporto di Amnesty International mette in luce il trattamento illegale subito dai detenuti di Guantà¡namo e spiega le ragioni per cui il centro di detenzione continua a rappresentare un attacco ai diritti umani.
“Guantanamo ha finito per diventare il simbolo di 10 anni di sistematica mancanza di rispetto per i diritti umani da parte degli Usa nella loro reazione agli attacchi dell’11 settembre. Il governo statunitense ha violato i diritti umani dal primo giorno di apertura del centro di detenzione e continua a violarli ora che entriamo nell’undicesimo anno”, ha dichiarato Rob Freer, ricercatore di Amnesty International sugli Usa.
Nonostante l’impegno del presidente Obama a chiudere Guantanamo entro il 22 gennaio 2010, spiega Amnesty, alla meta’ dello scorso dicembre vi rimanevano 171 uomini, di cui almeno 12 trasferiti l’11 gennaio di 10 anni fa: uno di essi sta scontando una condanna all’ergastolo inflitta da una commissione militare nel 2008, gli altri 11 non sono mai stati incriminati.
L’Amministrazione Obama (quanto meno, ampi settori delle tre branche del governo federale), sottolinea Amnesty international, ha adottato l’architettura della ‘guerra’ globale disegnata sotto la presidenza Bush. L’attuale Amministrazione, nel gennaio 2010, ha asserito che 48 detenuti di Guantà¡namo non potranno essere processati ne’ rilasciati, ma dovranno rimanere in detenzione militare a tempo indeterminato, senza accusa ne’ processo penale, in base a un’interpretazione unilaterale delle leggi di guerra.
“Fino a quanto gli Usa non considereranno queste detenzioni come una questione di diritti umani, l’eredita’ di Guantanamo sopravvivra’, a prescindere se verra’ chiuso o meno”, ha commentato Freer.
Amnesty ricorda che il centro di detenzione, situato in una base navale statunitense a Cuba, e’ diventato simbolo di torture e maltrattamenti da quando e’ stato aperto, quattro mesi dopo gli attacchi dell’11 settembre. Tra coloro che sono tuttora detenuti a Guantanamo, vi sono persone che gli Usa hanno sottoposto a torture e a sparizione forzata prima di essere trasferite nel centro di detenzione. Vi e’ stata scarsa, se non nulla, assunzione di responsabilita’ per questi crimini di diritto internazionale, commessi nel contesto di un programma di detenzioni segrete portato avanti sotto l’autorita’ presidenziale. Il governo Usa ha sistematicamente impedito ogni tentativo, da parte degli ex detenuti di Guantanamo, di ottenere una riparazione per queste violazioni dei diritti umani.
In 10 anni, spiega il rapporto, solo uno dei 779 detenuti di Guantanamo e’ stato trasferito negli Usa per essere processato da una corte federale civile. Altri hanno subito processi iniqui da parte delle commissioni militari. L’Amministrazione Usa intende chiedere la pena di morte nei confronti di sei detenuti attualmente sotto processo. L’Amministrazione Obama ha attribuito la mancata chiusura di Guantanamo al Congresso, che a sua volta e’ venuto meno al suo dovere di ottemperare ai principi del diritto internazionale dei diritti umani da applicarsi in questo contesto.
“In base al diritto internazionale, le leggi e le politiche nazionali non possono essere invocate per giustificare il mancato rispetto degli obblighi derivanti dai trattati. E’ un modo inadeguato di rispondere, quello di una branca del governo che addossa a un’altra un fallimento in tema di diritti umani. Il diritto internazionale richiede che siano trovate soluzioni, non alibi”, ha concluso Freer.
(DIRE)
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