Scontro Amici-Bonomi su Montani ad della Bpm
MILANO – Ore decisive per la “nuova” Bpm. A quanto risulta, non ci sarebbe identità di vedute tra il primo azionista Andrea Bonomi (con il 9%) e presidente del Consiglio di gestione da un lato, e la componente “storica” della banca, quella sindacale. All’interno del consiglio di sorveglianza, che si convocherà oggi, i pareri non sono unanimi, né pacifici. In mattinata, si riunirà il consiglio di gestione, da cui un membro si dimetterà (ragionevolmente Claudio De Conto, ma tutti hanno dato la loro disponibilità a fare un passo indietro) proprio per far posto al consigliere delegato in pectore. Dunque, il candidato consigliere che verrà eletto dal consiglio di sorveglianza sarà in automatico il nuovo amministratore delegato di Bpm.
Bonomi si è molto speso per Piero Montani, ma anche i vertici del Comitato dei saggi (organismo a latere degli Amici, in cui siedono i nomi storici dell’Associazione) pare si siano dati molto da fare per spingere verso una soluzione “interna” all’attuale consiglio di gestione. Il braccio di ferro non ha una soluzione univoca: di sicuro, c’è solo il fatto che alla prima votazione in consiglio di sorveglianza ci vuole una maggioranza qualificata (che non è detto si raggiunga). Altrettanto incerta è la sorte di Enzo Chiesa, l’attuale direttore generale su cui Bankitalia ha messo uno stop e che potrebbe anche fare un passo indietro (sembra che l’idea di Bonomi sia di abolire la funzione di direttore generale).
Montani, un passato ai vertici della Popolare di Novara e poi in Antonveneta, è stato da pochissimo nominato ai vertici della Banca del Sud. Nel suo curriculum c’è anche la vice presidenza di Banca Italease (partecipata da Antonveneta): i danni di quella permanenza sono stati limitati ad una multa Consob, a differenza degli altri vertici della banca e ovviamente di Massimo Faenza, che Montani conosceva bene (e con cui aveva lavorato) fin dai tempi del Rolo.
Ieri, le acque della Bpm erano agitate anche per l’arrivo della lettera di Bankitalia, con cui ha comunicato ai vertici dell’Associazione Amici dell’epoca l’apertura di una procedura sanzionatoria, in base all’articolo 20 del Testo unico bancario (patti parasociali non dichiarati all’autorità di vigilanza). Chi ha visto la lettera sostiene che Bankitalia abbia sottolineato come siano caduti nel vuoto i suoi appelli alla discontinuità , prima dell’assemblea di ottobre.
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