La nuova scritta «Assassinati dall’odio comunista e dai servi dello Stato. I camerati»

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Si temevano incidenti ma la commemorazione del trentaquattresimo anniversario della strage di Acca Larentia, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta furono uccisi da alcuni colpi di arma da fuoco davanti alla sede del Msi mentre Stefano Recchioni fu colpito a morte da un proiettile esploso da un carabiniere nel corso di alcuni scontri esplosi alcune ore dopo, quest’anno porta con se soltanto le polemiche esplose per la targa inaugurata ieri per ricordare l’assassinio dei tre militanti missini a sostituzione di quella affissa nel 1978. «Morti per la libertà  e per un’Italia migliore», c’era scritto prima. «Assassinati dall’odio comunista e dai servi dello Stato», si legge adesso sotto ai nomi delle tre vittime, firmato «i camerati». Parole di fronte alle quali non hanno trovato nulla da protestare nemmeno l’ex ministro Giorgia Meloni, l’assessore ai Lavori pubblici di Roma Capitale Fabrizio Ghera e il presidente della Commissione Cultura in Campidoglio Federico Mollicone che hanno preso parte alla commemorazione depositando una corona. Rappresentanti dello Stato, eppure niente affatto a disagio sotto la grande bandiera nera con la celtica. I motivi del cambio di dicitura della targa li ha spiegati Carlo Giannotta, responsabile della sede Autonoma di Acca Larentia. «Gianfranco Fini e il suo gruppo la sua versione tra cui Gasparri e La Russa, fecero la promessa di una Italia migliore quando nel ‘78 misero la vecchia targa. Promessa poi non rispettata. Per questo noi l’abbiamo sostituita ed abbiamo specificato l’ideologia che ha assassinato quei tre ragazzi».
ALEMANNO: STRADE IDEOLOGICHE
Parole che imbarazzano il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che non ha partecipato alla commemorazione. «È corretto mantenere su queste lapidi la dicitura: “Vittime della violenza politica”». Secondo Alemanno, infatti, «andare più nello specifico significa rischiare di ripercorrere una strada di carattere ideologico. Noi dobbiamo condannare a prescindere la violenza ideologica». Di rimuovere la targa però, come ha chiesto Fabio Nobile, consigliere regionale del Lazio del PdCI-Fds, e il senatore dell’Idv Stefano Pedica, il sindaco ha preferito non parlare. Una brutta pagina in una giornata di ricordo cui si era unito anche il presidente della Provincia Nicola Zingaretti. «Roma deve rendere omaggio ai ragazzi assassinati ad Acca Larentia cosi come a tutte le altre vittime di destra e di sinistra stroncate da una idea esasperata del conflitto politico le sue parole Dobbiamo con forza e coraggio tenere viva la memoria perché quello che è accaduto non possa più succedere».
I CORI DEL PRESIDIO
Un invito alla concordia arrivato dopo giorni di tensione e polemiche, con un corteo organizzato da Forza Nuova e Casa Pound annunciato, contestato dall’Anpi e dalla sinistra, e infine annullato anche per il timore di incidenti. Anche perché nel frattempo, non lontano dalla sede di Acca Larentia, era stato organizzato un presidio antifascista che ieri si è tenuto regolarmente sotto il controllo delle forze dell’ordine. Duecento, non di più, le persone che hanno risposto alla convocazione riunendosi all’Alberone. Abbastanza, però, perché dal presidio si alzassero cori come «10, 100, 1000 Acca Larentia» e «fascista basco nero, il tuo posto è al cimitero». Parole che hanno permesso alla destra di gettarsi alle spalle gli imbarazzi causati dalla nuova lapide per tornare ad attaccare a testa bassa. «Questi slogan fanno rabbrividire e devono indurre tutti a riflettere, in particolare una sinistra strabica che vede solo i rischi dell’estremismo di destra ha commentato Alemanno Credo che in anniversari come quelli di Acca Larentia come in quelli che hanno visto ucciso dei giovani di sinistra, tutte le istituzioni e tutte le parti politiche responsabili dovrebbero tenere un tono molto basso e molto rispettoso del sangue versato». «Forse chi si lamentava del ricordo dei ragazzi di destra uccisi a via Acca Larentia voleva che ci fosse una manifestazione di sinistra che inneggiasse a quella strage si è accodato Maurizio Gasparri Ora che c’è stata saranno contenti? O si vergogneranno della loro intollerabile faziosità ? Chi fa apologia di un martirio dovrebbe finire in galera. Spero che le forze dell’ordine identifichino i responsabili di questo scempio». Il tutto mentre davanti alla sede di via Acca Larentia decine di braccia tese nel saluto romano salutavano i nomi dei «camerati» morti. In mezzo alla folla anche il senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico e l’ex presidente dell’Ama Marco Daniele Clarke.


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