Due persone su tre cercano lavoro affidandosi a parenti o ad amici

Loading

A certificare le «usanze» degli italiani che cercano un lavoro è Eurostat nel rapporto «Methods used for seeking work», che riporta i dati aggiornati al secondo trimestre dell’anno scorso. Nell’ex Belpaese, bussa alle porte di amici, parenti o sindacati una quota pari al 76,9% di persone, superiore alla media dell’area euro (68,9%), a quella dell’Unione europea nel complesso (69,1%) e soprattutto circa doppia a confronto con quella di paesi come la Germania (40,2%), il Belgio (36,8%) o la Finlandia (34,8%). Anche l’utilizzo del curriculum è una modalità  di ricerca del lavoro molto meno seguita in Italia rispetto ad altri paesi (il 63,9% contro il 68,8% dell’Ue a 17 e il 71,5% dell’Ue a 27). Infine, l’Italia risulta anche tra i paesi che meno fanno affidamento agli annunci di lavoro che compaiono sulla stampa o sul web, con solo il 31,4% che si rende disponibile a una precisa prestazione o risponde a un’offerta di impiego.


Related Articles

Ipsos Mori-Eu Osha: stress aumenterà  nei prossimi 5 anni

Loading

 Roma – Il 73% degli italiani prevede un aumento dello stress sul posto di lavoro nei prossimi cinque anni. Di questi, il 39% ritiene che tale aumento sara’ di ‘misura’. Questo il risultato del secondo sondaggio d’opinione paneuropeo sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. L’indagine, condotta da Ipsos Mori per conto dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (Eu-Osha), ha raccolto le opinioni di oltre 35 mila cittadini di 36 paesi europei, in relazione alle problematiche attuali sul posto di lavoro, tra cui lo stress legato all’attivita’ lavorativa e l’importanza della sicurezza e della salute sul lavoro per la competitivita’ europea, anche nel contesto di un prolungamento della vita lavorativa.

INIZIATIVE. STOP PRECARIETÀ ORA

Loading

STOP PRECARIETÀ ORA ASSEMBLEA 8 LUGLIO 9,30 – 14 TEATRO BRANCACCIO, VIA MERULANA, ROMA

Ong, crescono gli operatori all’estero: sono oltre 7 mila

Loading

Dossier “Un mestiere difficile”. Erano 6.253 nel 2007, sono arrivati a 7.194 nel 2010: incremento medio del 4,7% annuo. Le ong rappresentano l’89% della cooperazione rispetto al 10% dei cooperanti Mae

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment