In Qatar aprirà  un ufficio Taleban

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L’annuncio conferma quello che era abbastanza noto: che contatti per un negoziato politico che metta fine alla decennale guerra in Afghanistan sono ormai avviati. Da tempo si parla di un ufficio di rappresentanza dei Taleban in un paese diverso dall’Afghanistan, in modo che possano condurre negoziati in modo più formale di quanto fatto finora – nel corso dell’ultimo anno si era parlato della Turchia, della Germania, ora sembra proprio che la scelta sia sul Qatar, l’emirato che di recente ha assunto un ruolo politico assai prominente in tutte le crisi aperte nella regione tra medio oriente e asia centrale. La mossa di aprire un ufficio Taleban ha ricevuto ieri il sostegno dagli Stati uniti, o per lo meno del suo Dipartimento di stato: la portavoce Victoria Nuland ha detto che gli usa non hanno ricevuto nessuna comunicazione ufficiale su un ufficio in Qatar, ma lo sosterranno «se è parte di un processo di negiziato guidato dall’afghanistan, e in cui tutte la parti cono d’accordo». I contorni di un negoziato – e il ruolo che vi avranno non solo la società  civile afghana, per ora fuori dal gioco, ma anche le potenze della regione e gli Stati uniti stessi – sono per la verità  ancora poco chiari. Nel loro annuncio i Taleban afghani dicono che «i problemi correnti» dell’Afghanistan sono cominciati con l’invasione guidata dagli Usa nel 2001 e che le parti in conflitto sono da un lato «l’Emirato islamico dell’Afghanistan» (è così che i Taleban hanno sempre definito il proprio regime) e dall’altro gli usa e i loro alleati, in cui includono il governo di Hamid Karzai. Rivendicano di aver sempre cercato il dialogo, dicono agli occidentali di starne alla larga, e chiedono di rilasciare i progionieri Taleban detenuti a Guantanamo, come parte di un accordo. Nel frattempo un pamphlet che pare stia circolando nel territorio pakistano del Nord Waziristan, nella regione di frontiera, annuncia la creazione di una leadership congiunta dei Taleban Afghani, di quelli pakistani guidati dal clan Mehsud, e di movimenti loro alleati come il clan Haqqani – uniti con l’obiettivo comune di combattere le truppe Usa in Afghanistan. Media pakistani intanto dicono che i contatti segreti tra il governo di Islamabad e i taleban di casa loro sono nella «fase decisiva». Ma la situazione in Pakistan è talmente confusa, e fragile, che è difficile capire chi sta chicando con chi lungo la frontiera afghana.


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