Scontri tra bande armate nel cuore di Tripoli: 6 morti
È di sei morti e almeno 18 feriti il bilancio degli scontri scoppiati ieri mattina nella capitale libica tra le forze di sicurezza regolari e i combattenti di Misurata, che ancora rifiutano di consegnare le armi. I ribelli della città protagonista di un assedio tra i peggiori della guerra restano nella capitale, nonostante il governo li abbia più volte esortati a tornare a casa e consegnare le armi, perché temono di essere esclusi dalla spartizione del potere nella nuova Libia. La ricostruzione dei fatti è ancora difficile, ma tutto sarebbe successo perché le forze regolari hanno tentato di arrestare un miliziano di Misurata ubriaco. Per impedire l’arresto del compagno, altri miliziani avrebbero fatto fuoco anche con artiglieria pesante – i pick up con i mitragliatori scorrazzano ancora per la capitale – e si sarebbero asserragliati in un’ex caserma dei servizi segreti, controllata sempre dai gruppi di Misurata.
Ci sono volute ore perché nella centrale zona di Sidi Qifla ritornasse l’ordine e a fine serata il capo del Consiglio nazionale transitorio, Abdel Jalil, ha detto alla tv araba Al Arabiya che i continui scontri tra diverse fazioni di ribelli rischiano di far precipitare il Paese nel caos. Dopo la proclamazione della liberazione, lo scorso ottobre, il governo provvisorio ha cercato di creare un esercito regolare e disarmare i ribelli, ma i gruppi di Misurata chiedono maggiore rappresentanza a livello governativo e nell’esercito prima di consegnare il loro arsenale.
Related Articles
Draghi: ora un’«unione bancaria»
Il presidente Bce: «Per l’euro è un momento di svolta, come nel ’92»
Alla fine Trump abbatte anche il “falco” Bolton, consigliere per la Sicurezza
Via il consigliere per la Sicurezza nazionale, buono per la guerra a Teheran ma non per il dialogo con Kim e gli islamisti afghani
Chiude anche Saint Paul i mercanti via dal tempio