Camusso non perde il treno

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Lo sono anche per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ieri mattina ha reso omaggio al coraggio e alla determinazione dei tre uomini che da più di due settimane vivono al gelo arrampicati su una torre-faro lungo il binario 21 della Stazione Centrale di Milano.
E’ stata una visita a dir poco strategica, e se si tratta di mandare un messaggio forte e chiaro al governo Monti forse non c’era luogo migliore per festeggiare la coda del natale: di fianco ai lavoratori che si battono con forza per rivendicare il diritto al lavoro in un momento in cui gli italiani sembrano rassegnati di fronte all’ineluttabilità  della macelleria sociale. Susanna Camusso ha voluto far sapere che lei sta decisamente con loro, indicando in qualche modo la strada da percorrere: non mollare.
Come fanno quei tre lassù in cima a nome degli 846 lavoratori che dall’11 dicembre sono stati licenziati da Trenitalia in seguito alla soppressione dei treni notturni che collegano il nord e il sud dell’Italia. L’azienda, messa alle strette dalla clamorosa protesta che sta correndo lungo i binari di diverse stazioni italiane – da Torino a Roma, da Milano a Messina – ha fatto sapere di essere disposta a ricollocare tutti i lavoratori della Servirail. Ma non ha convinto nessuno. Né il sindacati, né i lavoratori: «Quelle dell’amministratore delegato Mauro Moretti sono solo parole vuote per fare bella figura in televisione, il suo piano è solo un bluff, noi vogliamo concretezza».
Il «che fare» l’ha suggerito la stessa Camusso dopo aver chiacchierato a lungo via cellulare con i tre ferrovieri. Stanno bene, sono carichi e sono tutt’altro che soli, con tutto il viavai che ogni giorno si forma ai piedi della torre (hanno già  raccolto 3.500 firme) e con il fischio solidale di decine e decine di treni in arrivo e in partenza che salutano l’impresa di Oliviero, Giuseppe e Carmine. «Mi raccomando eh…». 
I destinatari del messaggio sono due ministri con cui Camusso avrà  a che fare nelle prossime settimane e mesi, Corrado Passera (sviluppo e infrastrutture) ed Elsa Fornero (welfare). «Questa è l’occasione – ha detto Susanna Camusso – per dire ai due ministri di aprire un tavolo vero… ci vuole un ordine del giorno preciso che è quello sulla politica di collegamento ferroviario per le Ferrovie dello Stato, e sulle scelte di ripristino dei treni notturni perché non avere più treni di lunga percorrenza non è credibile, e non ci dicano che così va nel resto del mondo, bisogna tornare al concetto che le ferrovie devono collegare tutto il paese».
Per il segretario generale della Cgil il governo non si deve limitare a garantire gli ammortizzatori sociali come ha cercato di fare fino ad ora, «per la soluzione della vertenza di lavoro bisogna partire da quali sono i treni e i collegamenti, e da qui si determinano appalti e servizi, immagino che da domani, dopo le feste natalizie, i ministri convochino immediatamente un tavolo di confronto». Poi, ha scherzato con una battuta sulla «disunità » d’Italia provocata dalle Ferrovie dello Stato proprio in occasione del 150esimo anniversario che sta così a cuore al presidente Napolitano, «ci vorrebbe una linea Genova-Marsala così capiscono cosa vuol dire unità  del paese…».
Ieri anche Gino Strada è andato fino al binario 21 per portare la sua solidarietà  ad Oliviero, Giuseppe e Carmine – e anche un medico, caso mai ce ne fosse bisogno. Christian Salaroli, anestesista e rianimatore di Emergency, è salito in cima alla torre per una visita ed è sceso con buone notizie. «Ho misurato pressione e temperartura, i lavoratori sono in buone condizioni sia fisiche che psicologiche, il grosso problema è il freddo e la difficoltà  nel provvedere all’igiene personale ma dal punto di vista fisico in queste condizioni possono resistere ancora parecchio tempo». E più resistono, più l’ad Moretti dovrà  sforzarsi di essere convincente, adesso che questa vertenza è diventata una questione di principio.


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