Ex funzionari della polizia e alte cariche dello Stato reclutati come spie da Washington

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Ex funzionari di polizia e alte cariche dello stato messicane sarebbero spie al soldo della Dea, l’agenzia antidroga statunitense e dell’Ice (Immigration and Customs Enforcement). La notizia è stata pubblicata dal quotidiano messicano «La Jornada» e poi confermata da fonti della Procura generale e della Sicurezza pubblica, che hanno preferito restare anonime. L’ingerenza politica, militare e di intelligence di Washington in Messico non è una novità  ma con queste nuove rivelazioni nel paese di Felipe Calderà³n, il capo di stato che ha fatto della guerra ai narco-trafficanti il suo cavallo di battaglia, e ormai agli sgoccioli del suo mandato, stanno montando polemiche e sospetti. Il governo è accusato di non salvaguardare la sicurezza e la sovranità  nazionale. Gli agenti, almeno un’ottantina, avrebbero il compito di trasmettere alla Dea notizie riservate, utili a smantellare le organizzazioni del traffico di stupefacenti. E non si esclude che tra i cooptati dall’agenzia americana ci possano essere anche dirigenti, ancora in servizio, che occupano posti chiave nei gangli dello stato. E anche su questo aspetto si concentrano le indagini su un presunto lavaggio di narcodollari messicani, praticato da agenti della Dea sotto copertura. Un’inchiesta che punta i riflettori su milioni di dollari contrabbandati e riciclati negli Usa in operazioni orchestrate nell’ambito della crescente offensiva di Washington contro i signori della droga messicani. Nelle intenzioni, un modo per individuare come e dove i cartelli della droga spostano i loro soldi, che pone tuttavia vari interrogativi, e tra questi anche seri dubbi sul rispetto della sovranità  messicana. Secondo le informazioni circolate e riportate dalla stampa locale, la Dea, che in Messico non avrebbe più di 200 unità , ha offerto impieghi a informatori che hanno avuto esperienza principalmente in dipartimenti come quello delle Indagini specializzate nella delinquenza organizzata (Siedo), servizio della Procura generale della repubblica, che ha sotto la propria responsabilità  le inchieste più delicate.


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