Via al controllo dei conti correnti ecco il maxi-computer del Fisco che elabora 22mila dati al secondo

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ROMA – Scontro sempre più duro sull’articolo 18 tra il ministro del Welfare e i sindacati. «Sono preoccupata», ha affermato la Fornero. Secca la replica: «Sia più accorta». Il governo setaccerà  i conti correnti per stanare gli evasori fiscali. I sindaci della Lega: «Non pagheremo l’Imu». E a rastrellare questi dati per mettere nel mirino chi muove milioni senza dichiarare un centesimo sarà  Serpico. Non Frank, l’inflessibile super-poliziotto newyorchese reso immortale da Al Pacino, ma il maxi-cervellone da un milione di miliardi di byte di memoria che ronza 24 ore su 24 nei sotterranei romani della Sogei. 
È lui – il Grande fratello dell’Agenzia delle entrate – il jolly del Belpaese per far fare il salto di qualità  alla lotta ai furbetti del fisco. Duemila server stipati in meno di duemila metri quadri che conoscono al centesimo tutti i nostri segreti finanziari. Un super-eroe con il cervello di silicio cui è affidata un missione fondamentale per salvare le casse tricolori: quella d’acchiappa-evasori. Obiettivo: utilizzare le 22.200 informazioni al secondo che transitano dai suoi processori per stanare gli italiani che ogni anno sottraggono all’erario qualcosa come 120 miliardi (3mila euro a contribuente), una cifra che da sola basterebbe a pagare gli interessi su tutto il nostro debito pubblico.
Il curriculum vitae di Serpico – acronimo di Servizi per i contribuenti – è già  più che onorevole: da cinque anni a questa parte ha dato un contributo sostanziale per raddoppiare da 5 a 11 miliardi le cifre recuperate dall’Erario e smascherare 350mila evasori totali. Ecco come funzionerà  l’acchiappa-evasori della Laurentina quando da Capodanno avrà  a disposizione il suo nuovo arsenale di dati.
Un tesoro in byte. Visto così, alla prima schermata, Serpico pare una creatura innocua. Qualche campo da riempire, sfondo turchese e due caselle chiave: codice fiscale o partita Iva. Basta digitare uno dei due valori però, e il Grande Fratello del fisco mostra subito i muscoli. La seconda videata è solo l’antipasto. Nome e cognome del contribuente, più le sue ultime cinque dichiarazioni dei redditi. Un “invio” e si va oltre. Scavando in pochi millesimi di secondo tra tutte le banche dati collegate online con l’Einstein della Sogei (catasto, demanio, motorizzazione, Inps, Inail, dogane, registri) il pc alza il tiro: sul megaschermo appaiono le auto intestate, le case, i terreni, eventuali aerei e barche. Un altro invio, la schermata vira in blu, e il servizio è completo. Serpico ha scovato tutte le nostre utenze (luce, gas, acqua) le spese voluttuarie più alte e significative, le polizze assicurative, le operazioni per cui ci è stato chiesto il codice fiscale, persino le iscrizioni in palestra o allo Yacht club Costa Smeralda. La quinta schermata, il bazooka come lo chiamano in Sogei, è figlia del Salva Italia ed è in fase di preparazione. Fotografati i redditi dalla dichiarazione, censiti i principali beni immobiliari, l’occhio del cervellone fotograferà  i soldi che teniamo in banca, i movimenti dei nostri conti correnti e le operazioni sopra i mille euro. Le banche e gli intermediari finanziari manderanno una nota periodica e lui elaborerà  per segnalare le eventuali anomalie. Una rivoluzione visto che il controllo dei conti correnti era consentito fino ad oggi solo se sul singolo contribuente era già  in corso un controllo.
Il faro sui sospetti. Nessun essere umano, naturalmente, è in grado di gestire la valanga di dati che piove ogni giorno nel sotterraneo a due passi dalla Laurentina. Serpico macina quasi 31 milioni di dichiarazioni dei redditi, poco meno di 5 di comunicazioni Iva e quasi un centinaio di migliaia di pagamenti telematici all’anno. L’Agenzia delle Entrate imposta gli algoritmi applicativi per concentrare la ricerca sulle categorie più a rischio. L’anno scorso è toccato alle finte Onlus e al redditometro, la spia che segnala la disponibilità  di beni sproporzionati al reddito percepito. Il lavoro sporco lo fanno i duemila server (che hanno un po’ di gemelli in Abruzzo per salvare il data-base in caso di problemi): incrociano i dati, verificano le anomalie. E quando individuano il sospetto mandano in automatico un “alert” informatico alla direzione dell’agenzia delle entrate e alla sede provinciale del caso individuato. Con un “bip” del computer il super-ispettore ha già  scovato 518 proprietari di aerei e 42mila titolari di barche più lunghe di 10 metri che dichiarano meno di 20mila euro. Tutti finiti ora sotto accertamento. Il Salva-Italia, ovviamente, moltiplica la sua efficacia. Non tanto sul fronte del numero dei contribuenti passati ai raggi X, quanto rendendo più semplice isolare i casi a rischio evasione grazie alla fotografia in tempo reale dei loro conti correnti, delle loro spese e del loro patrimonio mobiliare. 
La palla agli ispettori. La verà  novità  della manovra, dicono in camera caritatis tutti i super-esperti di fisco, è proprio qui. Nessuno andrà  a ficcare il naso nelle tasche dei contribuenti fedeli, ma gli algoritmi di analisi di rischio di Serpico selezioneranno un elenco di presunti colpevoli (si spera) a basso tasso d’errore. Le vecchie lettere del redditometro di qualche anno fa, per dire, avevano incastrato solo 12mila evasori su 75mila cartelle erariali inviate. Le cose già  ora sono migliorate (su 30mila accertamenti con il redditometro nel 2010 ben 12mila si sono conclusi con un patteggiamento dell’interessato). Gli “alert” informatici usciti dai sotterranei della Sogei, dopo l’era delle cartelle pazze, dovrebbero partorire quella delle cartelle intelligenti. E il lavoro dei 15mila ispettori delle Entrate e della Finanza – che nel 2010 ha scovato un evasore all’ora contro uno ogni 71 minuti del 2009 – dovrebbe essere molto più semplice. mirato ed efficace.
Lo stesso discorso vale per Gerico, il software con cui autonomi e partite Iva calcolano la congruità  dei loro redditi con gli studi di settore (la media per la loro categoria d’attività ). Il timore che l’occhio lungo del fisco possa scoprire dai sotterranei della capitale i capitali evasi potrebbe convincere molti ad aumentare il tasso di fedeltà  al fisco. Anche perchè il Salva-Italia ha introdotto norme che premiano le dichiarazioni più realiste inasprendo le pene (indagini finanziarie più sanzioni penali) per chi dichiara il falso. E con sul collo il fiato di Serpico – così spera Monti e tutto il paese – non saranno in molti quelli che oseranno sfidare la sorte.


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