Operazione conti correnti 15 milioni dichiarano zero ora scatteranno i controlli Il 30% si ritiene “bisognoso”

Loading

ROMA – Un italiano su quattro dichiara zero attività  finanziarie. Zero titoli di Stato. Zero obbligazioni. Zero libretti di risparmio. Ma anche zero depositi bancari. Uno zero tondo. Possibile? Possibile che quasi 15 milioni di persone, oltre cinque milioni di famiglie, non abbiano neanche un conto corrente? Secondo la Banca d’Italia, no. Non è possibile. Visto che il 90 per cento delle famiglie italiane ne possiede almeno uno. E vi custodisce quasi 500 miliardi di euro. Eppure l’80 per cento di quanti usufruiscono di sconti e aiuti su asili nido e università  per i figli, assistenza a domicilio per gli anziani o tessere dell’autobus e bollette di luce e gas a prezzi ridotti, non ha nulla, ma proprio nulla da parte, nemmeno pochi spiccioli in banca o alle poste. Anche se è un professionista o un lavoratore dipendente. Un 80 per cento, 15 milioni di italiani, che nel 2010 ha presentato e firmato presso i Caf sparsi sul territorio nazionale la dichiarazione Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente, indispensabile per ottenere quelle agevolazioni. Bisognosi veri o scaltri evasori? 
E’ proprio da qui, da questa domanda, che parte la prossima offensiva del governo Monti: stanare i disonesti ed estirpare il cancro dell’evasione che sottrae ogni anno allo Stato e alla comunità  120 miliardi di euro. «Il nostro impegno contro l’evasione sarà  senza pace», ha confermato ieri il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. «Si tratta di soldi veramente rubati, da recuperare per investire sulla crescita». E anche l’Agenzia delle entrate è pronta a scendere in campo. «Prontissima, già  nei primi mesi dell’anno nuovo», rivela il direttore Attilio Befera che nelle prossime settimane, assieme al Garante per la Privacy, stenderà  il provvedimento necessario a innescare il travaso periodico dei dati dei conti correnti degli italiani dalle banche all’anagrafe tributaria.Isee potenziato
L’Isee è uno strumento perfetto, da questo punto di vista. L’unico canale esistente in Italia in grado di fotografare allo stesso tempo reddito e patrimonio (mobiliare e immobiliare) del contribuente singolo o della sua famiglia. Una vera autostrada a due corsie. Che infatti il governo ha deciso di percorrere e potenziare. Entro il 31 maggio del 2012 – si legge all’articolo 5 della manovra Salva-Italia appena votata dalla Camera – cambieranno modalità  di calcolo e campi di applicazione dell’indicatore, proprio per migliorarne «la capacità  selettiva». Includendo anche le somme esenti da imposizione fiscale (pensioni di invalidità , assegni sociali), valorizzando il patrimonio collocato «sia in Italia che all’estero», modificando le soglie oltre cui dall’1 gennaio 2013 alcune provvidenze non saranno più riconosciute, rafforzando il sistema di controllo con la costituzione di una «banca dati delle prestazioni sociali agevolate» presso l’Inps. Un bacino di raccolta delle informazioni su chi beneficia di cosa, inviate dagli «enti erogatori» (Comuni, Regioni). I risparmi ottenuti smascherando i finti bisognosi, dice il decreto, saranno riassegnati al ministero del Lavoro «per l’attuazione di politiche sociali e assistenziali». 
Come funziona
L’Isee esiste dal 1998. Ed è ben noto agli italiani. Nel 2010 il 30,7 per cento dei cittadini, 18,5 milioni di persone (di cui quasi 11 al Sud) hanno autorizzato i Caf a fare i calcoli (ma si può andare anche presso i Comuni e le sedi Inps). L’Isee è un numero. E si ottiene sommando il reddito di tutti i componenti della famiglia (incluse le attività  finanziarie) al 20 per cento del patrimonio immobiliare (la prima casa è esclusa fino a 51.646 di valore Ici). Quanto ottenuto si divide per un parametro numerico che cresce al crescere dei componenti e in presenza di figli minori, disabili, monogenitori. Il risultato è il passepartout per le agevolazioni. «La non congruenza tra bassi redditi ed elevati patrimoni non di rado riflette fenomeni di evasione», scrivono Corrado Pollastri, esperto di fisco e ricercatore dell’Ifel, e Salvatore Tutino, fondatore del Cer (Centro Europa ricerche), in uno studio recente. E questo spiegherebbe il primo posto in Europa assegnato all’Italia, nella graduatoria della Banca d’Italia di qualche giorno fa, in base al rapporto tra ricchezza netta degli italiani e reddito lordo disponibile (8,3 nel 2009). Italiani molto più ricchi di quanto ammettono. Soprattutto al Fisco. Sempre Bankitalia calcola in 3.600 miliardi il totale delle attività  finanziarie possedute dagli italiani nel 2010. Quasi il doppio del debito pubblico. Solo nei depositi bancari ci sono 657 miliardi.
Gli strumenti contro l’evasione
«L’impianto Isee – scrivono ancora Pollastri e Tutino – è reso fragile dall’incapacità  di escludere i falsi poveri dall’accesso ai benefici del welfare. E tale limite è in larga parte imputabile alla difficoltà  di intercettare il patrimonio mobiliare». Ma con i nuovi strumenti tutto cambia. Già  la manovra d’agosto di Tremonti faceva un bel salto in avanti, consentendo all’Agenzia delle entrate di muoversi a prescindere dalle segnalazioni della Guardia di Finanza e chiedere agli istituti di credito “liste selettive” di contribuenti sospetti per incrociare i dati (liste ancora possibili). La manovra Monti fa di più. «Allarga lo spettro del nostro intervento, lo completa», ammette il direttore dell’Agenzia, Befera. Dal primo gennaio del 2012 (articolo 11 del decreto Salva-Italia) le banche saranno obbligate a «comunicare periodicamente all’anagrafe tributaria» le movimentazioni sui conti, ma anche gli stock (i saldi) e lo storico, se richiesto (le annualità  precedenti). Finisce così il segreto bancario. Ma riparte alla grande (o dovrebbe ripartire) la lotta all’evasione. Senza più alibi, né ostacoli. Nei prossimi giorni, l’Agenzia stabilirà  i «criteri obiettivi», li definisce Befera, «per la selezione dei soggetti da controllare che presentano anomalie». Potenziali evasori. 
Tra questi anche i presunti “furbetti”, mimetizzati nei 15 milioni dell’Isee con zero attività  finanziarie? Sul punto, Befera non si pronuncia: «Occorrerebbe un’autorizzazione di legge per iniziare da lì». Che potrebbe arrivare. Perché se è vero che tanti onesti cittadini usufruiscono legittimamente, anche gratis, di mense scolastiche, scuolabus, borse di studio, assegni di maternità , tanti altri mentono sapendo di mentire sulla loro situazione patrimoniale. E rendono i sacrifici di questo tempo di crisi insopportabili per tutti


Related Articles

I sin­da­cati europei si schierano per il no

Loading

Referendum. Confederazione sindacale internazionale contro «le ricette della troika»

Omicidi bianchi. Morti al lavoro, morti senza lavoro

Loading

Due tragedie in Toscana: in un cantiere navale di Pisa operaio in appalto precipita da un ponteggio durante il turno di notte; e a Livorno ex operaio della componentistica auto si toglie la vita.

Sciopero generale, altro che ponte

Loading

Cgil. Camusso fissa al 5 dicembre la mobilitazione. I renziani subito all’assalto: «Con l’Immacolata sono 4 giorni di vacanza». Ma la scelta deriva dalla concomitanza con la protesta dei pubblici. Otto ore di stop con manifestazioni territoriali. Il ministro Madia però convoca i sindacati per la riforma della Pubblica amministrazione, Cisl e Uil si chiamano fuori

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment