Neofascista al mercato spara sui senegalesi

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Quei venditori ambulanti Casseri non li aveva mai visti prima. Ma lui non cercava un obiettivo conosciuto. Voleva colpire i senegalesi, quali che fossero. E in piazza Dalmazia, immediata periferia nord di Firenze, si è trasformato in uno dei tanti demoni delle sue storie. Ha iniziato a camminare tra le bancarelle del mercato rionale sfiorando centinaia di persone, turisti, ragazzi, bambini. Poi li ha visti. Ecco i senegalesi. Un sorriso strano, la pistola in pugno, quattro colpi secchi. Samb Modou, 40 anni, clandestino, è caduto a terra stringendo nelle mani una felpa. Diop Mor, 54 anni, regolare permesso di soggiorno, ha accennato una fuga impossibile ed è stato freddato mentre con le mani tentava disperatamente di difendersi. Il killer ha sparato ancora ferendone un terzo all’addome, Moustapha Dieng, 34 anni, ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Careggi (rischia di rimanere paralizzato).
Lui a vagare con la pistola in pugno, la gente a correre per mettersi in salvo, fra grida, terrore e sangue. L’edicolante, Gabriele, un ragazzo coraggioso, lo ha affrontato a pugni chiusi. Casseri ha alzano la sua 357 Magnum al cielo, ha scosso la testa e ha parlato: «Togliti di mezzo o uccido anche te». Due fidanzati hanno scattato al killer due foto con il telefonino, altri hanno preso il numero di targa della sua auto. Ma due ore dopo Casseri ha tentato di uccidere ancora: ha sparato ad altri due venditori ambulati senegalesi di 32 e 42 anni nel vicino mercato di San Lorenzo, centro storico della città . Li ha feriti tutti e due. E poi, braccato dalla polizia nel parcheggio sotterraneo del mercato, dopo una sparatoria, si è puntato la pistola alla gola e ha premuto il grilletto: è morto pochi istanti dopo mentre seicento extracomunitari a pochi metri di distanza manifestavano contro la «barbara follia razzista».
Eccola la cronaca di una giornata mai vissuta prima da Firenze. Una giornata che ha scosso la città  e indignato l’Italia. Il presidente Giorgio Napolitano, profondamente turbato, si è fatto interprete del «diffuso sentimento di ripudio di ogni predicazione e manifestazione di violenza razzista e xenofoba» e ieri sera ha espresso in una nota «cordoglio alle famiglie delle vittime di questa cieca esplosione di odio», ricordando «l’impegno urgente di tutte le autorità  politiche e della società  civile per contrastare sul nascere ogni forma di intolleranza e riaffermare la tradizione di apertura e di solidarietà  del nostro Paese».
Preoccupazione è stata espressa anche dal ministro dell’Integrazione, Andrea Riccardi, che oggi sarà  a Firenze per manifestare alla comunità  senegalese la vicinanza dello Stato e garantirle il massimo della sicurezza. «Stiamo attenti alla predicazione dell’odio, quando la gente è allarmata lo straniero diventa un capro espiatorio» ha detto.
Il sindaco Matteo Renzi ha proclamato per oggi il lutto cittadino e ha chiesto «a tutte le scuole di promuovere un momento di riflessione su quanto è accaduto — annuncia — per dire “mai più”».
Marco Gasperetti


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