L’ultimo saluto a Christa Wolf tra lettori e amici

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L’attrice Corinna Harfouch ha letto una poesia di Paul Fleming, un testo del 17mo secolo, che suonava attualissimo: «Non essere pavida/ Non darti per vinta/ Non sottrarti ai momenti di gioia / Stai al di sopra dell’invidia / Godi di quel che hai / e non cosiderarlo una pena (…) /Accetta il tuo destino / non hai nulla di cui pentirti».
Il destino di Christa Wolf – ha poi detto Volker Braun, scrittore e poeta, come lei socialista e dissidente – è stato la Repubblica democratica tedesca. Da questa parte stava, scrittrice di un paese diviso, capace però di parlare anche a un gran pubblico tedesco-occidentale. Braun ha ricordato lo scherno che le fu rovesciato addosso dopo la caduta della Rdt: «Le hanno rimproverato di essere rimasta, a lei che invece seppe andare lontanissimo, fino al mondo dei miti, addentrandosi in storie arcaiche fino alle radici della sciagura, al fondo. Si è spinta al limite, dove ci si ritrova stranieri».
La famiglia era importante per Christa Wolf: il sodalizio col marito Gerhard Wolf, scrittore e editore, le due figlie, i nipoti, e ora anche Nora, la pronipote di tre anni, che andando verso la cappella chiedeva: «Dov’è nonna Christa?». È intervenuta una nipote: «L’immagine ultraseria, che a volte i media trasmettono di te, rispecchia in modo assai parziale la persona che abbiamo conosciuto. Tu sapevi essere molto spiritosa, avevi un gusto per l’autoironia».
Al di là  delle forzature iconografiche, è però impossibile distinguere tra la scrittrice e la persona, non solo perché l’ultima Wolf scriveva soprattutto di sé, pubblicando diari e memorie. Nelle letture pubbliche mai si nascondeva dietro il «personaggio»: era lì con la stessa semplicità , la stessa sottile ironia, con cui la ricorda la nipote.
Così devono averla conosciuta, e sentita vicina, i lettori venuti a darle l’ultimo saluto. Molti capelli canuti. Chi aveva 20 anni quando ha letto Il cielo diviso (1963), Riflessioni su Christa T. (1968), Trama d’infanzia (1976) veleggia sui settanta. Le femministe e i pacifisti che si sono imbattuti in Cassandra (1983) e Il guasto (1987) sono sui sessanta. Ma c’erano anche ventenni e trentenni, bambini quando è caduto il muro, che in Christa Wolf cercano una spiegazione per un passato malamente rimosso.
Al cimitero sulla Chaussestrasse si è ritrovata l’intellighentzia della Rdt, quella in pensione e quella che continua a immischiarsi come lo scrittore Christoph Hein, il politico Gregor Gysi, il teologo Friedrich Schorlemmer. Ma c’erano anche volti noti dell’ovest, a cominciare da Gà¼nter Grass.
Dopo aver lasciato un fiore sulla fossa aperta, molti si sono soffermati sulle tombe vicine: Bertolt Brecht, Anna Seghers, Heiner Mà¼ller. I filosofi Hegel e Fichte non sono lontani.


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