Spread a 368 punti Consumi -0,8% Gb: case meno care

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Sul fronte degli spread, quello dei Btp rispetto ai Bund tedeschi, la forbice si è ulteriormente ristretta e in chiusura era di 368 punti base, mentre il rendimento dei decennali italiani è sceso attorno al 5,87%. Insomma, la «cura» Monti sembra produrre ancora effetti positivi. Il tutto in una giornata quasi normale nella quale, però, crescono le paura dell’arrivo (nel 2012) di una nuova recessione o, almeno, di una fase di stagnazione.
Una paura che agita anche la prospera Australia: ieri mattina, infatti, la banca centrale, per ridare un po’ di slancio all’economia, ha ridotto dello 0,25% (portandolo al 4,25%) il costo del denaro. Si tratta della seconda riduzione consecutiva in due mesi. Un esempio che i mercati credono, e soprattutto sperano, venga seguito anche dalla Bce nella riunione del direttivo di questa settimana. A favore di una riduzione gioca anche la frenata dell’inflazione (a parte i paesi – Italia compresa – nei quali ci sono stati aumenti dell’Iva)che sembra avviata a scendere sotto al 2%, il tetto fissato dalla Bce.
Ovviamente a franare i prezzi contribuisce il rallentamento della crescita (+0,2% il Pil nel terzo trimestre nell’eurozona) che frena la domanda e non solo quella di beni di consumo. Un esempio è quello italiano: secondo i dati Confcommercio (che sostanzialmente confermano quelli dell’Istat sulle vendite al consumo) in ottobre i consumi hanno segnato un flessione dello 0,8% rispetto al mese di settembre e dello 0,6% rispetto allo stesso mese del 2010. I commercianti sono parecchio preoccupati di questo accentuarsi della tendenza negativa e prevedono un brutto inizio del 2012.
Oltremanica arriva una conferma della debolezza della domanda: in novembre in Gran Bretagna i prezzi delle abitazioni sono diminuiti dello 0,9% su base mensile e dell’1% su base annua. Anche in questo caso siamo in presenza di una accentuazione del trend negativo. Tutto il contrario di quanto segnalato in Germania dove in ottobre gli ordinativi alle imprese sono cresciuti del 5,2%. Il che lascerebbe presumere che l’economia tedesca tiri ancora alla grande, cosa messa in dubbio da altri indicatori economici. Tant’è che anche in Germania il Pil è previsto in diminuzione nei primi mesi del 2012.


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