Via libera a Mose e Alta Velocità il Cipe sblocca e assegna 3,8 miliardi
ROMA — Il governo riavvia il motore dei lavori pubblici, con l’assegnazione da parte del Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica) di circa 3,8 miliardi a nuovi lotti e il recupero di 4,8 miliardi della Legge Obiettivo che erano stati cancellati dalla manovra estiva. Intanto si chiariscono le nuove norme sulle liberalizzazioni, a partire dalla introduzione di un’Autorità dei Trasporti.
Lavori in corso. Come annunciato dal ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, la prima seduta del Cipe dell’era Monti ha ricondotto risorse per 4,8 miliardi, che erano state rastrellate dall’esecutivo precedente, riportandole sulla Legge Obiettivo e confermandone la destinazione a un programma di opere che il Cipe aveva definito nel 2008.
Dal Fondo infrastrutture, pari a 4,9 miliardi, sono stati invece prelevati nuovi finanziamenti: 1,1 miliardi per il secondo lotto della linea Alta velocità Milano-Genova, 919,05 milioni per il secondo lotto della linea Alta velocità Treviglio-Brescia, 600 milioni per la nona tranche del Mose, il sistema di paratie contro l’acqua alta a Venezia. Inoltre, sono stati assegnati 598 milioni per il Contratto di programma Anas 2010-2011. Mentre è rimasto al livello di esame quello 2007-2011 di Rfi, la società che gestisce la rete per le Ferrovie, per 600 milioni.
Il Comitato ha anche assegnato 123,3 milioni per piccoli e medi interventi in Sicilia e Calabria. In più, sono stati recuperati 440 milioni dal Fondo per lo sviluppo e la coesione e assegnati per 200 milioni all’Alta velocità e per 220 alla manutenzione ferroviaria.
Quanto al ponte sullo Stretto, non è stata presa alcuna decisione: «Siamo a disposizione del governo per attuare le decisioni sulle infrastrutture che riguardano l’Anas», ha detto l’amministratore unico della società , Pietro Ciucci.
Un’Autorità per i Trasporti. Se ne parla da molto tempo dell’Autorità dei Trasporti, soprattutto in Parlamento dove un’indagine della relativa commissione ne ha appurato la necessità . La disposizione, si spiega nella relazione tecnica alla manovra, «mira a risolvere le difficoltà incontrate dal processo di liberalizzazione nel settore del trasporto ferroviario, aereo e marittimo nella prospettiva di migliorare le condizioni di offerta e la qualità dei servizi, anche alla luce delle infrazioni comunitarie cui è sottoposta l’Italia per il mancato o non corretto recepimento delle direttive di settore».
Allo scopo di contenere le spese, il governo ha scelto la strada di assegnare le relative competenze a un’Autorità già esistente, di cui nel decreto non si fa il nome. Secondo indiscrezioni, dovrebbe trattarsi di quella dell’Energia.
Il nuovo soggetto non ha solo potere di intervenire sulle concessioni, richiedere documentazioni, ordinare la cessazione di condotte in contrasto con la regolazione, ma ha anche capacità sanzionatorie. Il finanziamento dell’Autorità è a carico dei gestori delle infrastrutture e dei servizi, in misura non superiore all’uno per mille del fatturato.
Negozi sempre aperti. La finalità della nuova norma, introdotta dal decreto, è quella di rendere permanente ed estendere a tutto il territorio nazionale la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali attualmente prevista, in modo sperimentale, per i Comuni a vocazione turistica. Viene inoltre introdotto, come principio generale dell’ordinamento, la libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio senza contingentamenti, limiti territoriali o altri vincoli. Le Regioni e gli enti locali devono adeguare i loro ordinamenti a questo principio entro tre mesi.
Vendita dei farmaci. La novità per i consumatori sta nella facoltà di acquistare i farmaci della fascia C, quelli con obbligo di ricetta non rimborsati dallo Stato, non solo nelle 17.800 farmacie private e comunali, ma anche nelle parafarmacie (oggi sono circa 3 mila) e negli angoli appositamente allestiti dalla grande distribuzione (oggi circa 300). La norma, che interviene su un mercato del valore di 2,5 miliardi, non è applicabile nei Comuni sotto i 15 mila abitanti. Inoltre, viene ampliata la possibilità di aprire nuove farmacie: una ogni 4 mila abitanti e un’altra se l’eccedenza rispetto a 4 mila supera le 2 mila unità .
Ordini professionali. Allo scopo di rafforzare la soppressione delle limitazioni all’esercizio delle attività professionali, viene introdotta una norma catenaccio: l’abrogazione automatica, alla scadenza del termine del 13 agosto 2012, delle norme vigenti sugli ordini, in caso di mancata adozione dei previsti regolamenti che facilitano l’accesso alle professioni. Inoltre, viene stabilita la riduzione a 18 mesi dei tempi del tirocinio per lo stesso accesso.
A coronamento di queste norme c’è il potenziamento delle prerogative dell’Antitrust, legittimata ad agire in giudizio contro gli atti amministrativi generali, i regolamenti e i provvedimenti di qualsiasi amministrazione pubblica che violino la concorrenza.
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