Camusso: le nostre nove proposte per risollevare l’Italia

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Cgil: Ecco le nostre 9 proposte per risollevare l’Italia

Si disse basta alle agenzie di rating all’origine di tanti errori, che nulla avevano previsto. Sembrapassatounsecolo, sono tre anni mal contati, e tutto ruota intorno al rating dei Paesi. Spread e borse decidono degli Stati e dei loro percorsi di governo e di democrazia, si rincorrono manovre ed un’idea di cancellazione del welfare e del lavoro come ricetta standard del liberismo tornato a dettare le scelte. Tre anni persi del nostro Paese e dell’Europa si traducono in più di un giovane su tre senza lavoro, nella crescita della disoccupazione, nell’allungamento dei tempi della disoccupazione, di un’occupazione femminile che già  troppo bassa perde ulteriore terreno.

Tre anni persi tradotti giustamente dai giovani e dalle giovani nello slogan “ci state rubando il futuro”: dall’istruzione al lavoro. L’assemblea straordinaria della Cgil proprio per questo propone il lavoro, la cura del lavoro. Senza il lavoro al centro della politica, senza il ritorno alla crescita ci avviteremo nella crisi e nelle manovre e gli effetti sono evidenti, crescita della diseguaglianza ed impoverimento dei “produttori”: lavoratori, pensionati, piccole e medie imprese, artigiani e cooperatori, che pagano il conto di un banchetto a cui non hanno partecipato. Ripartiamo dal lavoro, e facciamo oggi quello che serve a delineare il futuro per chi ha tanto lavorato, per chi vorrebbe lavorare, ovvero fine del precariato, certezza delle pensioni.

Si può, sì. Manteniamo con nettezza la barra sulla necessità  di un’Europa che sappia darsi unità  politica e scelte di crescita, unnuovo sviluppo che guardi alla qualità  delle scelte, che innovi e “salvi” la terra, unico patrimonio dell’umanità  non rigenerabile ma da curare. Si può, non passando il tempo nell’esegesi di lettere bancarie e risposte del governo deceduto, ma proponendo la stradpartire da chi non ha pagato, da chi ha pagato poco per ridare ai redditi da lavoro e da pensioni, per non comprimere quei consumi essenziali che si vanno riducendo. Renderestrutturaleil contributo di chi ha di più per generare lavoro, allentare il patto di stabilità  deiComuniper far partire investimenti, “piccoli” lavori per dare lavoro.

Un nuovo patto costitutivo deve ripartire dal welfare, ovvero da equità  e riduzione delle diseguaglianze. Nuovo patto costitutivo per la Cgil vuol dire dare senso oggi alla nostra idea fondante, fu nella ricostruzione dell’Italia il piano del lavoro, è oggi nel 2011, un piano del lavoro dei giovani finalizzato a rimettere in sesto questo nostro Paese martoriato dalle alluvioni, dalle tragedie, dal dissesto del territorio. Aver cura del lavoro per aver cura del Paese, usare intelligenze, istruzione, per il riassetto idrogeologico, per la cura e la manutenzione.


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