Quel taglio mortale a chi difende il Paese senza usare il fucile

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Come ci ricordano diverse sentenze della Corte Costituzionale sia il servizio militare che il servizio civile concorrono ambedue, in forma diversa, al dovere di difendere la Patria sancito dall’articolo 52 della nostra Costituzione. Nei fatti però si crea un’abissale disparità . Infatti per il servizio militare si è stabilito che occorrono 190 mila uomini e donne armati di tutto punto, che nel 2012 ci costeranno oltre 23 miliardi di euro, mentre per il servizio civile si è stabilito che viene stanziata una cifra nel fondo nazionale e possono partire tanti giovani quanti ne permette quel finanziamento.
Per il 2012 erano previsti sul fondo del servizio civile 112 milioni di euro, che però nella Legge di Stabilità  approvata recentemente sono diventati 68 milioni di euro a causa dei tagli previsti nelle due Manovre estive. Sul solo 2012 c’è quindi un taglio del 39% sulle previsioni. Rispetto ai fondi previsti dal Governo Prodi nel 2008 il taglio è del 77%.
Gli effetti sono presto detti: lo slittamento delle date di avvio dei progetti del bando 2011, scaricando sui giovani e sulle organizzazioni tutti i disagi e nessun nuovo progetto per il 2012. Infatti devono essere avviati i 20.123 giovani del bando del 20 settembre scorso e l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile ha già  comunicato che a causa delle ristrettezze economiche le partenze saranno spalmate su tutto il 2012. Questo vuol dire allungare le attese dei giovani in una fase solitamente molto delicata della loro vita, con possibile aumento degli abbandoni e costringere le organizzazioni a ristrutturare attività  già  programmate.
Insomma il 2012 potrebbe essere un anno sabbatico o la tomba del Servizio Civile Nazionale, dipende dalla politica. Infatti il problema non è la crisi economica, quando parliamo di 40 milioni. Basta pensare che la famosa e inutile «Mini-naja» voluta dall’ex Ministro della Difesa Ignazio La Russa è costata al contribuente 20 milioni di euro.
Con il servizio civile ogni anno migliaia di giovani difendono la Patria nelle sue mille sfaccettature, senza imbracciare un fucile. Il loro impegno è per favorire la coesione sociale, tutelare i diritti dei più deboli, proteggere l’ambiente e il nostro immenso patrimonio storico e artistico, un forte impegno al servizio della legalità , della solidarietà  e della pace. Tutto questo da protagonisti, da cittadini attivi: quale miglior investimento per il futuro del Paese? I pochi studi oggi esistenti in materia dicono che per 1 euro di risorse statali investite ritornano in servizi per la comunità  3 euro mentre non è quantificato il ritorno in termini di capitale umano e sociale dei giovani.
Per questo noi dell’Associazione Obiettori Nonviolenti (Aon), Rappresentanza Nazionale dei Volontari, Forum del Servizio Civile, Conferenza degli Enti (Cnesc) e Sbilanciamoci, insieme a tante altre realtà  che si stanno aggiungendo in queste ore abbiamo lanciato un appello al nuovo Governo ed al Parlamento per «Non tagliare il futuro dell’Italia», firmabile online al seguente indirizzo:
www.petizionionline.it/petizione/non-tagliate-il-futuro-dellitalia/5487.
In pochi giorni sono state raccolte oltre 3000 firme che, insieme a quelle che si aggiungeranno saranno portate quanto prima a chi nel nuovo Governo avrà  la delega del servizio civile per ricordargli che «affinché l’Italia riprenda a crescere è indispensabile investire sui giovani, garantirgli spazi di partecipazione e occasioni di formazione, rendendoli protagonisti del futuro dell’Italia».
* Presidente Associazione Obiettori Nonviolenti


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