Processo Ruby, teste accusa “Sei prostitute presenti ai festini con l’ex premier”

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MILANO – Le «cene», o gli «eventi», che si sono tenuti ad Arcore, nella residenza di Silvio Berlusconi, hanno certamente ospitato almeno due ragazze che di professione facevano le prostitute. Ma non basta. Altre quattro, «dalle evidenze investigative», risultano aver avuto rapporti sessuali a pagamento occasionali.
Il primo testimone che sfila al processo milanese sul cosiddetto Rubygate, inizia il suo racconto sbriciolando la filastrocca che Silvio Berlusconi ripete con insistenza negli ultimi mesi («La ricostruzione che la procura di Milano, il gip e il Tribunale hanno fatto sul caso Ruby è artefatta ai fini di eversione politica»). Ora, per quasi cinque ore, il numero uno della polizia giudiziaria del tribunale di Milano, il vice questore Marco Ciacci, ha ricostruito al collegio presieduto da Giulia Turri, la nascita dell’inchiesta su Ruby, il suo avvicinamento alle feste di Arcore («avvenuto grazie all’interessamento di Lele Mora e di Emilio Fede», ha spiegato Ciacci), le sue frequentazioni con il Cavaliere e le retribuzioni che la giovane marocchina, oggi diciannovenne, ha ottenuto in cambio di prestazioni sessuali.
Ci vuole un estenuante braccio di ferro prima che il processo entri nel vivo. I legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno tentato di contestare la precedente ordinanza con cui la Corte aveva ammesso le prove al dibattimento. Il nodo delle doglianze del collegio difensivo del Cavaliere? Soprattutto le modalità  con cui sono state effettuate le intercettazioni e quelle con cui sono stati acquisiti dati dalle agende elettroniche delle ospiti del bunga bunga. Il pm Antonio Sangermano è stato più volte interrotto durante l’interrogatorio di Ciacci, dalle obiezioni dei legali. La Turri è dovuta intervenire per riportare l’ordine. Quello che Ciacci è riuscito nitidamente a dire è che Ruby Karima e un’altra ospite fissa del bunga bunga, la giovanissima Iris Berardi, «svolgessero di professione l’attività  di escort» (ha citato anche la brasiliana Michelle Conceià§ao, che però non risulta essere mai stata alle feste). Da altri dati, secondo l’investigatore, occasionalmente risultano averla praticata anche «le gemelle napoletane Eleonora e Imma De Vivo, l’aspirante presentatrice Elisa Toti, e la soubrette Marystell Polanco». Tra i documenti acquisiti dai giudici, anche quattro fermi immagine a colori di una scena decisamente hard, in cui viene immortalata la giovane marocchina seminuda, aggrovigliata ad altri corpi in scene piuttosto esplicite.
In serata, Longo e Ghedini hanno iniziato il controinterrogatorio del testimone, chiedendo quali fossero le prove «dalle quali si evince che Ruby abbia avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi?». «Due verbali e in parte le dichiarazioni della stessa Ruby», la risposta. Una tesi, questa, che porta Ghedini a tentare di smontare le accuse di concussione e prostituzione minorile. «Che Ruby abbia avuto rapporti col nostro assistito – ha dichiarato con sicurezza l’avvocato – è dimostrato solo da due dichiarazioni poi smentite nel prosieguo dell’inchiesta».


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