«Nelle prigioni Usa chiusi 2.500 ragazzini»

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Sono almeno 2.500 i ragazzini, anche di soli 11 anni, attualmente rinchiusi nelle carceri americane. Lo rivela un rapporto di Amnesty International, pubblicato oggi, dal titolo Ecco dove sarò quando morirò in cui si raccontano le storie emblematiche di tre persone: Jacqueline Montanez, David Young e Christi Cheramie. Gli Stati Uniti sono l’unico Paese al mondo, insieme alla Somalia, a non aver ratificato la Convenzione Nazionale per i diritti del bambino, in vigore da circa 20 anni, che proibisce espressamente l’ergastolo per i minorenni. Ora Amnesty International chiede al governo americano di allinearsi alla legge internazionale. «Non vogliamo giustificare i crimini commessi dai bambini o minimizzare le loro conseguenze — ha spiegato l’attivista Natacha Mension — ma la realtà  è che queste sentenze ignorano le grandi potenzialità  di riabilitazione che un giovane criminale può avere». È il caso di Christi Cheramie che è chiusa in un carcere della Louisiana dal 1994 per un omicidio di secondo grado commesso insieme al suo fidanzato quando aveva 16 anni. Giudicata come un’adulta la ragazzina poco prima del processo si dichiarò colpevole per evitare la condanna a morte. Nessuno tenne conto del suo stato mentale, degli abusi subiti da bambina, dei suoi due tentativi di suicidio. Oggi, comunque, Christie si sente un’altra persona. In carcere ha studiato e ora insegna alle altre detenute. «Spero — dice in un video — di avere una seconda chance». Proprio oggi Cheramie presenterà  domanda di clemenza. Amnesty spera che sia accolta. Per lei e tutti gli altri come lei.


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