“Le Falkland sono argentine” la provocazione a Londra 2012

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Quale occasione migliore delle Olimpiadi di Londra (27 luglio-13 agosto 2012) per riaprire la contesa territoriale sulle Falkland-Malvinas? A trent’anni dalla guerra combattuta fra l’Armata della Thatcher e l’esercito dei militari golpisti argentini (marzo-giugno 1982) il parlamento di Buenos Aires pensa ad una iniziativa shock davanti agli occhi di tutto il mondo. Un gruppo di deputati di tutti i maggiori partiti, opposizione compresa, ha presentato un progetto di legge affinché sulla divisa nazionale di tutti gli atleti argentini che prenderanno parte ai Giochi ci sia il simbolo dell’arcipelago con lo slogan: «Le Malvine sono argentine». La prima firmataria del progetto è Rosana Bertone, deputata del “Frente para la victoria”, il partito della “presidenta” Cristina Kirchner, eletta nella Terra del Fuoco, la regione a cui le isole apparterebbe se non fossero a sovranità  britannica. Che lo giustifica così: «associare la difesa dei nostri legittimi diritti con lo sport è positivo perché dimostra l’unità  che c’è negli argentini in relazione alla sovranità  dell’arcipelago».
L’assalto alle Falkland-Malvinas nel 1982 fu un gesto ultra nazionalista e un po’ disperato di una Giunta militare di assassini che stava perdendo legittimità  e consensi (e che costò all’Argentina quasi 700 morti, trecento dei quali solo nell’affondamento del “General Belgrano”, l’incrociatore silurato dagli inglesi il 2 maggio 1982) ma la rivendicazione sulla sovranità  delle isole è un argomento popolare e mai abbandonato dai governi del paese latino-americano. Dopo la caduta della dittatura militare nel 1983, anche a causa della sconfitta nella guerra delle Falkland, tutti i governi democratici hanno riaffermato la questione territoriale con Londra e in tutte le sedi internazionali.
Oggi il conflitto rivive con forza almeno per due motivi: da una parte c’è la scoperta di ingenti giacimenti di petrolio nelle acque dell’arcipelago che la British Petroleum vorrebbe estrarre; dall’altra, dopo gli anni del default e della crisi, una rinascita economica dell’Argentina che porta con sé anche sentimenti profondi di orgoglio nazionale. Carlos Menem, il presidente liberista degli Anni ’90, si faceva invitare a Buckingham Palace nella speranza, corteggiando i reali a passo di tango, di ottenere qualche promessa sulla sovranità  delle isole. Cristina invece punta i piedi, alza la voce e provoca.
Non è la prima volta che gli argentini pensano ad una maglietta con la rivendicazione delle Falkland-Malvinas. Cinque anni fa ne venne disegnata una per la nazionale di calcio con il contorno delle isole ma la Federazione calcistica locale (Afa) la respinse sostenendo che la Fifa non l’avrebbe mai accettata. Stesso problema anche oggi perché le divise nazionali per le Olimpiadi devono essere approvate dagli organismi sportivi internazionali.


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