“Non spieremo più per Assad” l’italiana Area lascia la Siria

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Area spa, la società  lombarda incaricata dal regime di Assad di realizzare un software in grado di spiare i cittadini siriani, fa obiezione di coscienza e rinuncia al contratto. A comunicare la decisione è Fabio Ambrosetti, avvocato della azienda: «Il progetto, sospeso da tre mesi, in considerazione del mancato miglioramento delle condizioni del Paese, non sarà  portato a termine». Che il clima in Siria stia precipitando, del resto, lo dimostra il continuo bagno di sangue di cui si stanno rendendo responsabili le forze di sicurezza: ieri i cittadini uccisi, secondo fonti dell’opposizione, sono stati venti. Al punto che la Lega araba ha deciso, in un consiglio straordinario al Cairo, un pacchetto di sanzioni economiche: è la conseguenza del rifiuto del regime di Damasco di accettare un piano per la protezione dei civili. La decisione, presa con il voto contrario del Libano e l’astensione dell’Iraq, prevede la sospensione dei collegamenti aerei tra le capitali arabe e Damasco, il congelamento delle transazioni commerciali e il blocco dei conti correnti bancari del governo in tutti i diciannove stati aderenti alla Lega.
Continuare a fare affari con una dittatura così sanguinaria, rendendosi di fatto complice della repressione, è sembrato troppo ad Andrea Formenti, il titolare di Area spa. La software house, che ha sede a Vizzola Ticino, in provincia di Varese, aveva vinto una gara d’appalto internazionale nel 2008, sbaragliando la concorrenza di altre quattro imprese europee e americane. Inizialmente, il gestore telefonico siriano aveva chiesto la fornitura di un sistema per intercettare legalmente i dati su Internet, settore nel quale Area ha un’esperienza consolidata, visto che da anni garantisce il servizio di ascolto delle telefonate a diverse procure italiane. Negli ultimi mesi, però, il progetto è stato piegato alle esigenze repressive del regime, che punta a tenere sotto controllo la dissidenza interna, isolandola da ogni contatto con l’esterno. E a rivelare che la società  italiana era pronta a fornire la commessa è stato il sito Bloomberg, dando voce all’indignazione degli oppositori siriani, per i quali gli imprenditori stranieri che si mettevano a disposizione di Bashar Assad rischiavano di trasformarsi, di fatto, in complici dei suoi crimini.
Dopo la diffusione della notizia, molti hanno protestato contro la società , dal Partito pirata italiano – che ha organizzato una manifestazione a Vizzola – ai siriani in Italia per asilo politico. Area spa ha rivendicato di agire nel rispetto delle leggi internazionali ma già  da qualche giorno l’amministratore delegato della società , Andrea Formenti, che dopo le proteste ha incontrato gli immigrati e i suoi dipendenti, si è detto pronto a valutare la possibilità  di rinunciare alla commessa dopo aver studiato gli obblighi contrattuali e le penali da pagare.
La decisione è stata presa definitivamente due giorni fa: l’azienda dice no a un contratto il cui valore si aggira intorno ai 13 milioni di euro. Ora però i lavoratori sono preoccupati: l’appalto in Siria non era compatibile con il rispetto dei diritti umani, ma garantiva una boccata d’ossigeno a un’impresa in difficoltà . «Molti dipendenti sono in mobilità  o in cassa integrazione – spiega Antonio Ferrari, sindacalista Cobas – per questo abbiamo chiesto un incontro per capire quali saranno gli effetti sull’occupazione della nuova decisione dell’azienda».


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