Natale più ricco di 3 miliardi con lo sconto Irpef

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ROMA – Non è un vero e proprio regalo di Natale, ma un po’ gli rassomiglia: l’acconto Irpef che i contribuenti sono chiamati a versare entro la fine di questo mese sarà  meno pesante di quanto previsto. Non più il 99 per cento del dovuto, bensì l’82. I 17 punti «che mancano» si potranno saldare con più calma, il prossimo giugno.
Non un taglio, dunque, ma un semplice rinvio che lascerà  nelle mani dei contribuenti tre miliardi di euro. Più o meno 400 euro a testa, calcola la Cgia di Mestre, a disposizione dei 7 milioni 200 mila soggetti interessati all’acconto differito (per circa 4 milioni in rinvio oscillerà  fra i 100 e i 200 euro). Una boccata d’ossigeno per santificare le feste concessa ad una vasta e composita platea che va dagli imprenditori ai lavoratori autonomi, da coloro che hanno un reddito da partecipazione in una società  a chi percepisce un affitto, ai lavoratori dipendenti o pensionati che percepiscono altri redditi (ad esempio una collaborazione occasionale).
Il rinvio è il risultato del primo decreto firmato dal governo Monti: la norma che consentiva il differimento era infatti prevista dalla manovra adottata nel maggio-giugno 2010 dal precedente governo. L’obiettivo iniziale era quello di ottimizzare le poste economiche del bilancio, ma l’effetto concreto – anche se nel comunicato ufficiale del ministero dell’Economia non se ne fa cenno – potrebbe anche essere quello di rilanciare i consumi.
E’ chiaro, infatti, che un po’ di liquidità  – di questi temi – fa bene e non a caso i commenti di Rete Imprese (l’associazione che riunisce Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) sono più che positivi: «E’ una decisione importante – sottolinea – perché oltre a garantire maggiore disponibilità  finanziaria ai contribuenti, permette alle numerose imprese personali, la cui situazione economica è peggiorata nel 2011, di non anticipare tributi che potrebbero risultare non dovuti».
Sugli effetti benefici della norma é d’accordo anche Claudio Siciliotti, presidente dell’Ordine dei commercialisti. «Il provvedimento va ad alleggerire la pressione fiscale in un momento già  di per sé difficile: il giudizio non può essere che positivo, tanto più che una quota che arriva al 99 per cento, più che un acconto è un saldo anticipato» commenta Siciliotti. «Ma vorrei fosse riconosciuto anche il grande impegno e il grande sforzo richiesto alla categoria dei commercialisti che dovranno fare un doppio lavoro non pagato» precisa. «La norma cambia ad una manciata di giorni dalla scadenza, dovremo rifare tutti i conti e non ci sarà  il tempo di aggiornare il software».
Nel frattempo, specifica il Dipartimento delle Finanze, i contribuenti che hanno già  versato l’acconto al 99 per cento, potranno usufruire di un credito d’imposta pari alla differenza pagata in eccesso, da utilizzare come compensazione con il modello F24.


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