Il figlio di Gheddafi catturato nel deserto
L’ULTIMO dei Gheddafi in fuga, quello che aveva giurato di combattere fino alla fine, è stato catturato senza sparare un solo colpo. Saif Al Islam, il delfino del colonnello, è stato catturato ieri dopo un mese di fuga, consegnato da qualcuno che non ha potuto comprare. La nuova Libia si libera così della paura di una revanche gheddafista senza spargimenti di sangue, senza ripetere l’orrendo linciaggio di Gheddafi padre. Non è la prima volta, dal 20 ottobre scorso, giorno in cui fu preso e ucciso il colonnello, che viene annunciata la cattura di Saif, ma ora oltre alle conferme ufficiali dei rappresentanti del Consiglio nazionale transitorio, ci sono le fotografie.
Saif è stato catturato nelle prime ore del mattino di ieri nella zona di Ubari, a sud di Tripoli, dove si nascondeva in attesa di trovare il modo per passare la frontiera verso il Niger, dove si è già rifugiato il fratello Saadi. Una brigata dei combattenti di Zintan lo ha sorpreso nel sonno insieme a quattro dei suoi uomini, graziea una soffiata. La prima foto di Saif prigioniero è stata scattata da uno dei combattenti e messa su Facebook, lo ritrae semi sdraiato su un materasso, una guardia vicino, in buone condizioni ma con evidenti fasciature a tre dita della mano destra. Da Ubari il delfino del regime è stato poi portato in aereo a Zintan, dove è ora detenuto, e una cronista della Reuters ha avuto la possibilità di scattargli delle foto e fargli delle domande.
Vestito con gli abiti tradizionali dei beduini, la barba lunga, ma con gli inconfondibili occhiali dalla montatura a vista, Saif non ha confermato la sua identità e alla domanda «Come ti sei ferito?» ha risposto «Aviazione», lasciando intendere un bombardamento.
Per la nuova Libia è l’occasione per riscattarsi dopo le critiche sull’uccisione di Muammar Gheddafi e le autorità si sono affrettate a rassicurare sulla detenzione di Saif con «un trattamento corretto» in attesa di un regolare processo, che potrebbe però concludersi con la condanna a morte. Tuttavia si profila uno scontro con la Corte Penale Internazionale dell’Aja, che accusa Gheddafi figlio di crimini contro l’umanità e ne chiede alla Libia la consegna immediata. Il premier libico ad interim, Abdel Rahim alKib ha risposto che il Cnt collaborerà con l’Aja per «esaminare dove debba essere processato Saif alIslam», ma ha anche ribadito: «Il nostro popolo ha il diritto di processarlo qui». Molti gli appelli alla Libia delle cancellerie europee, perché la cattura di Saif diventi un banco di prova positivo per la nascente democrazia. Tra questi, il primo commento ufficiale del nuovo ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, per il quale «è adesso importante che Saif sia sottoposto ad un processo equo, rispettoso dei principi dello stato di diritto, delle regole e standard internazionali».
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