Madre e figlia, lapidate e uccise tra il silenzio dei vicini

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La notizia è atroce: in Afghanistan due donne sono state lapidate e poi finite a colpi di arma da fuoco da un gruppo di uomini. Lo riferiscono la Bbc e l’agenzia afghana di notizie Pajhwok. I dettagli sono pochissimi: sappiamo solo che si tratta di una giovane vedova e sua figlia. Né è chiaro quale fosse la loro «colpa»: le autorità  parlano di «deviazione morale».
L’orribile attacco è avvenuto giovedì a Ghazni, cittadina capoluogo dell’omonima provincia sud-orientale. Il gruppo ha prelevato madre e figlia nelle loro casa in zona di Khawaja Hakim, a 300 metri dall’ufficio del governatore, dal comando di polizia e dalla sede del Provincial Reconstruction Team (Prt, la struttura militar-civile delle forze Nato in Afghanistan). Nessuno però è intervenuto quando gli uomini hanno trascinato entrambe nel cortile, hanno cominciato a tirar loro pietre e poi hanno sparato. «I vicini non sono intervenuti ad aiutarle, né hanno informato le autorità  in tempo», riferisce (alla Bbc) un ufficiale di polizia.
Le autorità  ieri hanno detto che due uomini sono stati arrestati in relazione al duplice omicidio, e additano i Taleban, che avevano accusato la vedova di condotta «immorale». Ora le autorità  aggiungono, a mo’ di spiegazione, che alcuni leader religiosi della città  hanno preso a emettere editti religioni (fatwa) chiedendo ai cittadini di denunciare chiunque compia «in atti di adulterio».
Ghazni, una volta snodo commerciale sulla strada tra Kabul e Kandahar, è nella lista delle località  che entro la fine dell’anno passeranno dal controllo della Nato a quello delle forze di sicurezza afghane, la seconda fase della «transizione» cominciata in luglio. Ma resta una zona molto instabile, dal punto di vista della sicurezza, gli episodi di violenza sono aumentati nei mesi recenti e resta dubbio che le forze afghane siano in gradi di far fronte ai ribelli. La presenza delle forze internazionali in ogni caso non ha garantito la sicurezza di quella madre e di sua figlia.
Il mese scorso due organizzazioni umanitarie internazionali avevano tracciato un bilancio allarmante della situazione delle donne in Afghanistan. Nei 10 anni trascorsi dalla caduta dei Taleban le afghane hanno conquistato alcuni diritti – oggi ad esempio metà  dei 2,7 milioni di bambine in età  scolare vanno effettivamente a scuola. Ma la violenza contro le donne resta alta, in famiglia e fuori; le norme contro i delitti d’onore o il matrimonio delle bambine sono poco applicate, l’87% delle donne afghane ha subito «violenze fisiche, sessuali o psicologiche», il governo sta cercando di imporre il suo controllo sui rifugi antiviolenza per le donne. E ora molte temono che i pochi diritti politici e sociali conquistati saranno sacrificati al compromesso politico con i Taleban.


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