Se vuoi lavorare strappa la tessera. Fiom all’indice

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«Ci saremo anche noi e sarà  festa solo se rispetteranno i diritti dei lavoratori» promette la Fiom. Come dare torto al sindacato che proprio in queste settimane, come denunciato a più riprese dal manifesto, viene boicottato con l’intento di azzerarne la rappresentanza in fabbrica. Aumentano, infatti, le denunce di operai a cui capi e capetti hanno «consigliato» di stracciare la tessera per avere un inserimento alle linee più fortunato e duraturo. Talmente tanti che la Fiom ha deciso di raccoglierli in un libro bianco da presentare già  venerdì 18 novembre al convegno nazionale sulla crisi nel Mezzogiorno.
«È abbastanza chiaro quello che sta facendo la Fiat, ci vuole tenere fuori dalle fabbriche in violazione dei diritti basilari della Costituzione». Andrea Amendola della segreteria campana ha seguito dagli albori la vertenza Pomigliano e se le intenzioni del Lingotto di eliminare un sindacato scomodo erano chiare fin dall’inizio, un comportamento così «spudorato» non se lo aspettava nemmeno lui. «Non a caso la Fiat è uscita da Confindustria – conferma Amendola – come ha detto anche la Marcegaglia non aveva alcuna ragione da un punto di vista economico, e io aggiungo che lo ha fatto solo per tenere fuori la Fiom». Così è partita la strategia di eliminazione messa in pratica con colpi bassi.
Le modalità  del ricatto sono sempre le stesse, anche se cambiano le storie e le persone. C’è l’operaio che chiede al caporeparto di andare in trasferta, rivendicando l’ingiustizia di essere lasciato a casa mentre altri lavorano, e si sente rispondere: «prova a cancellarti dalla Fiom»; c’è l’addetto allo stampaggio che si iscrive a un’altra sigla e viene subito richiamato al lavoro nello stabilimento; c’è il quadro che non ti ha mai rivolto la parola e ti consiglia di lasciare l’organizzazione perché bisogna entrare per primi nella nuova Fip, altrimenti poi chissà . Dall’azienda negano ogni addebito, ma il libretto bianco è già  a metà  dell’opera, con denunce, nomi e cognomi.
«Mercoledì c’è stato un attivo di noi lavoratori Fiom, persone che con le lacrime agli occhi hanno deciso di non rinunciare alla libertà ». Eccolo Franco Percuoco, una delle Rsu che chiama i suoi a raccolta. Ha preparato un volantino da distribuire ai cancelli, visto che alla Fabbrica Italia Pomigliano già  si ricomincia a lavorare e saranno almeno un migliaio, compreso l’indotto, gli operai che stanno ridando vita allo stabilimento. «Entro dicembre devono sfornare 5mila vetture – spiega Percuoco – per riempire tutta la rete dei concessionari, da gennaio inizieranno a soddisfare le richieste dei clienti». La prossima settimana sembra che verranno richiamati in molti e le Rsu sono pronte a un sondaggio per quantificare le percentuali di discriminazione.
«Ma è a gennaio che potrebbe scoppiare una guerra tra pover. Sappiamo che ci potrebbe essere un rallentamento nell’uscita della nuova Panda. La società  pare che voglia aspettare un po’, far passare la marea nera dei mercati nel tentativo di non bruciare il nuovo modello. Prospettano solo per marzo o aprile la salita produttiva». Un bell’intoppo, ma anche una buona occasione per i vertici per far leva sulle paure dei dipendenti decidendo chi resta in cig e chi torna operaio.


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