Rallentano i prestiti a famiglie e imprese

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ROMA – Frenano a settembre i prestiti alle famiglie e alle imprese, mentre aumentano lievemente i tassi d’interesse, a eccezione di quelli sui mutui. Secondo il supplemento al Bollettino Statistico della Banca d’Italia “Moneta e banche”, i prestiti al settore privato sono aumentati a settembre del 4% su base annua, dal 4,1% di agosto. In dettaglio, il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle famiglie è stato pari al 4,5% contro il 4,6% di agosto, e quello dei prestiti alle società  non finanziarie si è attestato al 4,7% rispetto al 4,9% di agosto.
La riduzione è minima, ma si colloca in un contesto difficile. Siamo alla vigilia della ricapitalizzazione chiesta alle banche dall’Eba (European Banking Authority) che potrebbe portare a una decisa stretta creditizia capace di riflettersi nuovamente sulle famiglie e sulle imprese. E infatti nei giorni precedenti il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha espresso forti preoccupazioni su un possibile nuovo “credit crunch”. Già  dall’indagine trimestrale della Banca d’Italia svolta a settembre era emerso un irrigidimento dei criteri di erogazione per i prestiti alle imprese. Ad attestarlo, un aumento della quota di imprese che segnala difficoltà  di accesso al credito bancario (al 28,6% dal 15,2% di giugno, precedente indagine trimestrale).
Accanto alla riduzione delle erogazioni, dai dati di settembre emerge anche un lieve aumento dei tassi applicati sui prestiti: si attesta al 9,24% quello sul credito al consumo (ad agosto il Taeg era al 9,23%). Mentre i tassi per i prestiti alle imprese si collocano al 4,16% per quelli fino a un milione di euro (ad agosto erano al 4,15%); e al 3,05% per quelli di oltre un milione (3% il mese precedente). D’altra parte sono però cresciuti i tassi passivi sui depositi in essere, passati allo 0,96% dallo 0,94% di agosto. In lieve calo solo i tassi sui mutui, al 3,69% contro il 3,7% di agosto. Ma si tratta di un dato che potrebbe già  essere vanificato dagli sviluppi delle ultime settimane: la tempesta di vendite che si è abbattuta sui titoli di Stato e che ha fatto schizzare in alto i tassi d’interesse ha già  avuto con molta probabilità  delle ripercussioni anche sui tassi d’interesse applicati a mutui e prestiti, dal momento che la raccolta per le banche è diventata più onerosa. A segnalarlo recentemente anche la Banca d’Italia, che ha rilevato come «l’aumento del costo della raccolta ha iniziato a trasmettersi anche ai tassi sui prestiti e vi è il rischio che gli attuali livelli dei rendimenti dei titoli di Stato, se protratti nel tempo, si traducano in un ulteriore aumento del costo dei finanziamenti bancari».
A settembre arriva un segnale positivo dalla raccolta bancaria: il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato è stato pari allo 0,2%, un dato positivo che arriva dopo che ad agosto non si era registrata alcuna variazione, ma soprattutto il primo valore positivo dall’ottobre 2010, quando si era registrato un +1,0%. Il tasso di crescita della raccolta obbligazionaria è al 5,2% (4,7% in agosto). In calo le sofferenze: il tasso di crescita sui dodici mesi è sceso a settembre al 23,4% (23,9% in agosto).


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