La lotta ai falsi invalidi? “Prodotti risparmi insignificanti e un welfare peggiore”

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ROMA – “Un enorme sforzo organizzativo per produrre risparmi di spesa privi di significato, un sistema di welfare peggiore, un netto arretramento nella percezione collettiva della disabilità ”. È questa la pesante eredità  che lascia la lotta ai falsi invalidi condotta in Italia secondo quanto riporta un dossier sul tema contenuto nel prossimo numero di Welfare Oggi, rivista diretta da Cristiano Gori, docente di Politica sociale alla Cattolica di Milano. “Considerando la forza con cui è stata condotta la ‘lotta ai falsi invalidi’ e l’elevata circolazione dei relativi messaggi nei media generalisti – spiegano Cristiano Gori e Carlo Giacobini, autori di uno degli approfondimenti sul tema -, è questa la principale eredità  destinata a rimanere negli anni: un peggioramento nella cultura della disabilità ”.

La spesa pubblica. Secondo i due autori, nel 2010-2011 il tasso annuo di crescita della spesa è stato del 3.5%, rispetto al 5.9% del 2002-2009. Il dato dell’ultimo anno, sostengono gli autori, è causato anche da un effetto “deterrente” dovuto a un mix di controlli e clima di maggiore attenzione verso le possibili frodi che ha scoraggiato in diversi a presentare domanda. C’è anche la procedura telematica introdotta nel 2010 ad aver rallentato accertamenti e risposte. Ma quanto hanno permesso di risparmiare le revoche? Sono 31.083 le provvidenze revocate in due anni e 300 mila controlli. “Ipotizzando il massimo del risparmio – spiegano -, si giunge a circa 70 milioni di spesa annua in meno nel 2009/2010. Nel 2011/2012 poco meno di 100 milioni di euro. In poche parole l’1% della spesa per le invalidità ”. Una situazione che non cambia se si ampliassero i controlli. “I controlli a tappeto porterebbero a risparmiare circa 50 milioni di euro l’anno, senza contare i numerosi disagi per i cittadini chiamati a visita. Una cifra assolutamente marginale rispetto alla spesa di 17 miliardi di euro annui”.

Conseguenze per le persone con disabilità , famiglie e operatori. Innegabile il disagio per le persone con disabilità  chiamate a visita, ma il clima creatosi intorno ai controlli ha affondato la lama nella piaga. “Il sentirsi sospettato risulta particolarmente doloroso per chi già  subisce quotidianamente altri disagi – spiegano -. In questi due anni, le associazioni, i patronati, le Asl, gli stessi vertici dell’Inps hanno ricevuto costanti segnalazioni di migliaia di persone convocate a visita nonostante fossero affette da gravissime patologie irreversibili”. Un altro aspetto riguarda la documentazione sanitaria necessaria all’Inps per eseguire i controlli. “Non sempre le persone dispongono di certificazione pertinente e aggiornata: c’è quindi la corsa alle visite specialistiche, la caccia alle copie, la ricerca timorosa e frenetica di documenti vecchi e nuovi”. Malumori riscontrati anche tra operatori, medici e struttura amministrativa. “L’impatto dei 100 mila controlli nel 2010 e dei 250 mila controlli nel 2011 ha interessato pesantemente lo stesso Inps nella gestione degli accertamenti ordinari, cioè quelli che esulano i controlli straordinari. Non a caso, in numerose realtà  sono stati segnalati malumori da parte di operatori di Aziende Asl così come di medici Inps”.

Welfare. “Se si fosse dedicato anche solo un decimo dell’energia impegnata nella lotta ai ‘falsi invalidi’ alla progettualità  per il welfare si sarebbero ottenuti risultati di rilievo”, spiegano gli autori, ma la realtà  degli interventi realizzati sulle politiche rivolte alle persone con disabilità  sono diversi. “Il welfare italiano ha due problemi. Primo, la capacità  delle prestazioni e dei servizi erogati di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità  è debole sotto molti profili. Il secondo problema è che un certo numero di persone che non ne avrebbero bisogno riceve impropriamente le prestazioni monetarie; il nodo, appunto, dei ‘falsi invalidi’. Nel periodo considerato la progettualità  del Governo per la disabilità  è stata interamente assorbita dal secondo problema mentre il primo non è stato affrontato”.

Gli effetti della campagna. La lotta ai falsi invalidi lascerà  il segno, spiegano Gori e Giacobini. La campagna, affermano, vanificherà  i miglioramenti realizzati in passato rafforzando la “cultura retrograda della disabilità  insita nella campagna mediatica contro i falsi invalidi”. La prospettiva lontana dall’assistenzialismo e proiettata verso una cultura della persona con disabilità  come cittadino è a rischio. “Le analisi di questo speciale mostrano che la retromarcia culturale dell’ultimo biennio si è sedimentata nella popolazione – aggiungono – ed è destinata a esercitare i propri effetti negli anni. La retromarcia si è tradotta, innanzitutto, nel consolidamento dello stereotipo della disabilità  come malattia e come costo sociale”. (ga)

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