E Roma già  rivive il film horror di Atene “Il crollo è iniziato così”

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MILANO – I tassi sui titoli a dieci anni assestati sopra il 6%. Lo spread sui Bund in fibrillazione oltre quota 400. Più, dulcis in fundo, l’arrivo all’aeroporto della Capitale della missione congiunta Ue-Bce. «Chiamata direttamente da noi per certificare l’attuazione delle riforme», tranquillizza tutti il presidente del Consiglio. Italia, novembre 2011? No, Atene, gennaio 2010. La crisi dei debiti sovrani – un po’ come “L’era glaciale” o (forse è più adatto) “Mission impossible” – ha il pregio della ripetitività . Il film in onda a Roma in queste ore, copione alla mano, è lo stesso girato ventidue mesi fa sotto il Partenone. Diversi i premier, non paragonabili le economie dei due Paesi («L’Italia non è la Grecia», si affannano a spiegare in questi giorni a Bruxelles). Ma numeri e fatti registrano una serie di coincidenze allarmanti. E la cura da cavallo mandata giù dai greci dal gennaio 2010 ad oggi – incrociando le dita – rischia di essere la fotografia, almeno in parte, di quello che toccherà  a noi. Vediamo.
I tagli a stipendi e pensioni. Dopo la prima visitina di Ue-Bce e Fmi ad Atene di quel gelido gennaio, la situazione ellenica è precipitata in poche settimane e la Troika, in cambio degli aiuti necessari a evitare il default, ha obbligato il governo Papandreou a una serie di drastiche e ripetute misure d’austerity. Risultati (certificati da una presentazione recentissima dell’esecutivo): gli stipendi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti del 15% in media, una mensilità  (la 14esima) è stata eliminata mentre la 13esima è stata quasi dimezzata. Il taglio alle buste paga nelle aziende statali è stato del 30%, quelle nel settore privato del 15-20% circa. Le pensioni statali sono state ridotte del 22% sforbiciando centinaia di lavori (dai trombettisti ai presentatori tv) dall’elenco delle professioni usuranti. La quota eccedente i mille euro delle baby pensioni è stata ridotta del 40%. Per gli assegni d’anzianità  normali, c’è stata una riduzione del 20% di quella oltre i 1.200 euro. L’età  pensionabile salirà  a 63,5 anni nel 2013 e a 65 dal 2015.
Stato a dieta e nuove tasse. Il settore pubblico perderà  entro il 2015 oltre 176mila posti, il 20% del totale. Oltre 30mila dipendenti finiranno in mobilità  entro fine anno. La riforma Kallikratis ha già  cancellato 709 tra Comuni e Provincie e ha ridotto le Regioni da 57 a 13. Gli amministratori pubblici sono così scesi da 21.200 a11.800. L’orario di lavoro negli uffici statali è stato alzato da 37,5 a 40 ore alla settimana. Gli ospedali pubblici sono stati ridotti da 131 a 82, l’acquisto di farmaci e le ricette sono stati informatizzati per evitare abusi ed è in via di chiusura una delle tre reti della tv di Stato. L’Iva su una lunga serie di beni è stata alzata dall’11 al 23% e nelle scorse settimane è stata approvata una patrimoniale sulla casa per due anni pari a una cifra tra 4 e 10 euro al metro quadro. Privatizzazioni (per 50 miliardi) e liberalizzazioni delle professioni sono state varate, ma marciano a rilento per la resistenza delle potenti lobby elleniche. Sull’evasione (la Grecia è l’unico Paese d’Europa messo peggio dell’Italia su questo fronte), per ora pochi successi.
Il risultato. La cura, per ora, ha rischiato di ammazzare il cavallo. Il pil greco continua a scendere (-5,5% quest’anno, -2,5% nel 2012) il suo rapporto con il deficit (10,6% a fine anno) è superiore al previsto, la disoccupazione è schizzata al 17,6% con punte del 40% tra i 15-24enni. Le banche hanno rinunciato al 50% dei loro crediti con la Grecia, la Troika ha stanziato 230 miliardi di aiuti, una cifra pari più o meno al pil del Paese e ha stretto ogni mese di più il controllo sulla sua gestione (una task force di 25 persone – guidata da un tedesco – è sistemata in pianta stabile nei principali ministeri). “Atene, gennaio 2010” si è trasformato per i cittadini ellenici in un film dell’orrore. Il sequel “Italia, novembre 2011” è appena al primo tempo. Sperando che a noi tocchi l’edizione con il lieto fine.


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