Dagli stranieri il 5,1% del reddito dichiarato in Italia

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MILANO – Lavorano, soffrono la crisi, cadono in povertà , pagano le tasse, sostengono l’economia: sono i lavoratori stranieri in Italia fotografati dalRapporto annuale sull’economia dell’immigrazione 2011” realizzato dalla Fondazione Leone Moressa di Venezia e patrocinato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni e dal ministero degli Affari esteri. Il documento è stato presentato oggi nel convegno “Gli stranieri: quale valore economico per la società ?” ospitato dal Dipartimento di Sociologia dell’Università  di Milano Bicocca.

In Italia i lavoratori immigrati sono oltre 2 milioni e rappresentano il 9,1% del totale degli occupati. Sono le vittime preferite della crisi, se si conta che dal 2008 al 2010 il tasso di disoccupazione straniera è salito di 3,5 punti percentuali (dall’8,1% all’11,6%), lasciando 274mila immigrati senza lavoro. Chi invece un impiego lo ha ancora è perlopiù dipendente (86%), giovane, inquadrato come operaio (89,9%), con bassa qualifica professionale, prevalentemente nel settore del terziario (51,3%) e in aziende di piccola dimensione (53,4%). Se dipendente, uno straniero guadagna mensilmente quasi 300 euro in meno rispetto a un collega italiano, portando a casa a fine mese una retribuzione di 987 euro. Va meglio a chi lavora nel settore dei trasporti, che riesce a raggiungere 1.348 euro al mese, mentre va peggio a chi lavora nel settore dei servizi alle persone (724 euro mensili), comparto che impiega soprattutto donne.

Tutti questi lavoratori regolari pagano le tasse e contribuiscono all’economia italiana. I contribuenti nati all’estero sono 3,2 milioni, che nella dichiarazione dei redditi relativa al 2009 hanno dichiarato oltre 40 miliardi di euro. Nel complesso rappresentano il 7,9% di tutti i contribuenti e garantiscono il 5,1% del reddito complessivo dichiarato in Italia. Gli stranieri dichiarano mediamente 12.507 euro, cioè 7 mila euro in meno degli italiani. Nel 2009 hanno pagato di Irpef quasi 6 miliardi di euro, il 4,1% dell’intero Irpef pagato a livello nazionale, per un importo pro capite di 2.810 euro. Tuttavia gli stranieri beneficiano, più degli italiani, di detrazioni fiscali, in larga parte per via del basso reddito. Il 64,9% dei nati all’estero che dichiara redditi paga effettivamente l’Irpef, contro il 75,5% dei nati in Italia.

Lo stipendio inferiore, unito alla necessità  frequente di sostenere la famiglia in patria, comporta un maggior rischio di caduta nella povertà  da parte degli immigrati. In Italia nel 2008 il 37,9% delle famiglie straniere viveva al di sotto della soglia di povertà  (dati 2008), contro il 12,1% delle famiglie italiane. Sono maggiori anche, in generale, le difficoltà  economiche: nel 2008 il 24,8% arrivava a fine mese con molta difficoltà  (contro il 16,7% di quelle italiane), il 24% era in arretrato con il pagamento delle bollette (contro 11,2% italiano), il 58,8% non era in grado di sostenere una spesa imprevista di 750 euro (contro il 30,2% degli italiani) e il 52,6% non poteva permettersi una settimana di ferie (il dato degli italiani si ferma al 38,6%). (gig)

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