Zamagni: “Gare al ribasso della PA, coop costrette allo sfruttamento dei lavoratori”

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ROMA – “Una settimana fa, l’Unione europea, con una direttiva firmata da Barroso, è intervenuta per dare indicazione su come implementare l’impresa sociale e il riferimento è la nostra cooperazione sociale”. E’ quanto ha affermato Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per il Terzo Settore, in occasione del ventennale della legge 381 sulla cooperazione sociale, nel suo intervento durante l’incontro “La nuova Italia è sociale”. Ma Zamagni ha anche puntato il dito contro le gare d’appalto al massimo ribasso e i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. “Le cooperative sociali non ce la fanno più ad andare avanti perché gli enti pubblici pagano dopo anni e impongono pagamenti dilazionati – ha detto – le cooperative sociali sono costrette a non pagare i propri lavoratori e la responsabilità  è della pubblica amministrazione. Fare le gare al massimo ribasso vuol dire costringere le cooperative allo sfruttamento dei propri lavoratori”. Secondo Zamagni, la cooperazione sociale “avrà  un exploit ma deve dare vita a nuove forme di finanziamento emettendo obbligazioni sociali” e per questo l’ha invitata a “sganciarsi dalla pubblica amministrazione”.

Secondo il senatore Tiziano Treu “la prima cosa sarebbe disboscare il quadro normativo che è intricato e confuso, ma possiamo essere positivi perché le performance della cooperazione sociale è stata positiva e sopra la media dell’economia italiana”. Alla sessione, pensata come un talk show moderato dal direttore di Redattore Sociale, Stefano Trasatti, hanno partecipato anche Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil e Paolo Carcassi, segretario confederale Uil, oltre a don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità  di Capodarco. “Il lavoro di frontiera della disabilità  è l’agricoltura sociale, che stiamo portando avanti con un consorzio a Grottaferrata”. Monterubbianesi ha indicato come linea guida “stanare la pubblica amministrazione che gioca al ribasso e il terzo settore deve smetterla di dividersi per un piatto di lenticchie”.
Tutta la manifestazione è stata seguita in diretta da “RadioSca”, la radio ‘rosa’ di Scampia che ha compiuto un anno di esistenza il primo ottobre ed è stata in passato al centro delle cronache come esempio positivo di piccola imprenditoria femminile al sud e che rischiava di chiudere dopo poco dalla fondazione. (rc)

 

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