Passaparola dei piccoli a Nordest «Compriamo Btp, aiutiamo il Paese»

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A Nordest ieri è stata la domenica del passaparola per salvare l’Italia. L’idea lanciata dall’imprenditore Giuliano Melani di «comprarci il debito» è piaciuta e sono partite già  due iniziative di raccolta adesioni. Il promotore della prima è un imprenditore di Oderzo, Giuseppe Covre, conosciuto in tutto il Veneto come Bepi. Ex parlamentare leghista ed ex sindaco della sua città , Covre con una lettera pubblicata ieri sul Corriere ha fatto sapere che oggi investirà  20 mila euro in titoli del Tesoro italiano.
Vulcanico come sempre Covre non si è limitato ad aprire il portafoglio, ha anche iniziato a tempestare di telefonate e sms gli imprenditori amici per invitarli a seguirlo. La seconda iniziativa è nata da un piccolo quotidiano on line, Il Nordest.eu diretto da Eleonora Vallin, che ha steso un appello che sarà  recapitato oggi a tutti gli organi di informazioni locale del Nord Est, alle associazioni imprenditoriali di categoria, al sindacato e agli ordini professionali. La richiesta è di mobilitare i propri iscritti dietro lo slogan «Compriamo il debito, aiutiamo noi stessi e il Paese». Già  ieri sono partiti i primi contatti e segnali di apprezzamento per l’idea sono arrivati da alcune Unioni Industriali e dalla Cisl.
Covre è un imprenditore che ha saputo reagire alla grande alla recessione. Ha 150 dipendenti e produce componenti per mobili. Riesce ancora ad aumentare il fatturato a doppia cifra ed esporta il 40%. Intorno a lui molte cose stanno cambiando, il distretto del mobile di Livenza nel Veneto orientale vede le aziende spostarsi più verso il semilavorato e abbandonare il prodotto finito. E vede soprattutto la tambureggiante iniziativa dell’Ikea che dopo aver aperto a Villesse sul tracciato della A4 vuole aprire un nuovo punto vendita anche in provincia di Treviso. L’Ikea dà  lavoro alle aziende del mobile veneto e così si sta creando un piccolo distretto parallelo che lavora come fornitori degli svedesi. Politicamente Covre si considera sempre «un militante leghista» come ai tempi (2002) in cui consigliava a Umberto Bossi e a Giulio Tremonti di imporre dazi contro l’invasione dei prodotti cinesi. Ha votato per il Carroccio anche alle ultime elezioni ma non ha problemi a sostenere che «gli interessi dell’Italia sono i miei, cerco di difendere i posti di lavoro e sono orgoglioso di aver assunto nei giorni scorsi altri due giovani».
Ieri Covre si è attaccato al cellulare e ha chiamato tutti quelli che poteva. Due colleghi imprenditori li ha trovati impegnati in una battuta di caccia. Uno gli ha detto di essere d’accordo ma che avrebbe comprato i Bot solo «un minuto dopo le dimissioni di Berlusconi». La pregiudiziale anti-governativa, in verità , si è presentata anche nei primi contatti avviati dal quotidiano Ilnordest.eu ed è singolare che ad avanzarla non siano solo elettori del centro-sinistra ma anche piccoli imprenditori che votano da sempre centro-destra. «La politica però non c’entra — commenta Covre — Noi piccoli del Nord Est vogliamo dimostrare cosa siamo capaci di fare e vogliamo farlo saperlo a tutti quelli che invece amano sguazzare nelle parole». Ma un leghista, seppur «pragmatico alla Maroni» come si autodefinisce Covre, cercando di salvare l’Italia con i suoi soldi non cade in contraddizione? «Guardi — risponde l’imprenditore — Quando l’acqua tocca il culo bisogna imparare a nuotare. Chi vuol sognare la Padania, la sogni pure. Io non posso permettermi di sognare e quindi cerco di aiutare l’Italia. Non ci si può alzare al mattino con l’incubo dello spread con i tedeschi che sta già  salendo! Dobbiamo ricomprarci la nostra serenità ». Come lui la pensano anche quelli di Ilnordest.eu. «Il default dell’Italia manderebbe in rovina prima di tutto le nostre imprese e l’intera economia del territorio» c’è scritto nell’appello.
Se qualcuno sperava che il rischio-default rafforzasse «il partito della secessione» resterà  sicuramente deluso.


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